«Far raggiungere a tutti gli alunni il massimo grado possibile di apprendimento e partecipazione sociale, valorizzando le differenze presenti nel gruppo classe: tutte le differenze, non solo quelle più visibili e marcate dell’alunno con un deficit o con un disturbo specifico»: è questo l’obiettivo della didattica inclusiva, così come fissato nel corso degli anni dal Centro Studi Erickson ed è anche questo il “filo rosso” che scorre in tutte le pagine di Storie di scuola. L’inclusione raccontata dagli insegnanti: esperienze e testimonianze, libro pubblicato da Erickson e disponibile da qualche settimana in libreria, già definito anche come «il primo esempio in letteratura di autobiografie professionali nel settore dell’inclusione».
Curato da Fernanda Fazio, Giancarlo Onger e Nicola Striano, Storie di scuola è in realtà uno degli ultimi positivi frutti scaturiti dal lavoro dei CTS, i Centri Territoriali di Supporto ai Bisogni Educativi Speciali, e nello specifico è stato promosso da uno dei più attivi tra essi, vale a dire quello dell’Istituto De Amicis di Roma (se ne legga già anche nel nostro giornale), con il coinvolgimento, quali Autori, di ben otto tra operatori e dirigenti di CTS.
Come si legge dunque nella presentazione, «il libro raccoglie un cospicuo numero di testimonianze autobiografiche di insegnanti ed educatori, differenti per età, formazione o carriera, ma tutti accomunati dall’impegno e della volontà di realizzare una scuola inclusiva. Ogni storia raccontata fa storia a sé e propone al Lettore spunti significativi, per l’approccio alla diversità, per la realizzazione di percorsi possibili, per la ricerca di strumenti idonei e per il superamento delle barriere culturali, azioni che hanno consentito la rivoluzione copernicana avvenuta nella scuola italiana. Le storie, gli aneddoti e le esperienze raccontati dagli insegnanti hanno una valenza pedagogica e forniscono una fotografia fedele e unica di come è cambiato il sistema scolastico italiano, dalle scuole speciali all’approccio inclusivo, dagli istituti montessoriani alle metodologie didattiche più recenti».
Nel dettaglio dei contenuti, è la prima parte del volume a riportare una serie di testimonianza proposte da insegnanti di sostegno che, grazie a tale ruolo, sono riusciti a cogliere aspetti inediti del processo di insegnamento e apprendimento.
La seconda parte, invece, si sofferma su quella che viene ritenuta come una delle principali spinte culturali e pedagogiche che negli ultimi decenni ha permesso l’inserimento dei giovani con disabilità nelle classi comuni, quella nata proprio all’interno degli istituti speciali per ragazzi ciechi.
La terza e la quarta parte, infine, riguardano rispettivamente l’utilizzo e la potenzialità delle nuove tecnologie e il contributo dei dirigenti scolastici e dei funzionari delle Istituzioni.
«In un tempo in cui si manifesta con una certa evidenza la corsa all’efficientismo – scrive nell’Introduzione Fabio Bocci, associato di Pedagogia e Didattica Speciale all’Università Roma Tre -, in cui le parole d’ordine sono meritocrazia su base selettiva e comparativa, in cui ci si sente sempre più sottoposti all’egida di una sorta di tirannia della trasparenza, dove è più importante dimostrare che fare, dove il prodotto è sempre più importante del processo… la lettura di queste storie di vita di insegnanti che con il loro impegno hanno contribuito a rendere la nostra scuola più democratica e più vicina ai dettami costituzionali ha l’effetto di una boccata d’aria quando ci si sente in debito d’ossigeno». (S.B.)
Fernanda Fazio, Giancarlo Onger, Nicola Striano (a cura di), Storie di scuola. L’inclusione raccontata dagli insegnanti: esperienze e testimonianze, Trento, Erickson, 2017.
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