Prendere confidenza con i propri sensi, a cominciare da quelli più trascurati, scoprire modi alternativi di leggere il mondo e avvicinarsi alla vita delle persone con disabilità visiva: c’è tutto questo nei percorsi che l’UICI di Torino (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), tramite l’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI) propone alle scuole elementari del capoluogo piemontese.
Sono più di dieci anni, infatti, che l’Associazione organizza esperienze formative per i più piccoli, incontrando un successo crescente: in quest’anno scolastico 2016-2017, per menzionare un solo dati, sono coinvolti più di 750 alunni.
Sono esattamente tre i percorsi previsti, tutti inseriti nel progetto del Comune di Torino Crescere in città. Essi si concentrano su aspetti diversi, ma hanno in comune la concretezza: toccare con mano, sperimentare, incontrare: ecco le azioni chiave.
Il primo percorso, il più richiesto, si intitola I nostri amici sensi ed è articolato su tre incontri da due ore ciascuno, integrandosi nel programma curricolare di scienze e lavorando sull’interdipendenza delle percezioni sensoriali. È dimostrato infatti che, in una persona “normodotata”, oltre il 90% delle informazioni quotidiane vengono assorbite attraverso la vista. Ma è davvero il solo modo possibile per esplorare il mondo? Ai bambini viene chiesto quindi di chiudere gli occhi e toccare oggetti per concentrarsi sulle possibilità del tatto. Un analogo lavoro riguarda gli aromi, i sapori, le percezioni uditive, tutte esperienze che diventano lo strumento per riflettere sulla vita di chi, non potendo usare la vista, deve affidarsi esclusivamente ai sensi alternativi. Emergono limiti, fatiche, ma anche insospettabili punti di forza, soprattutto nell’ultima parte del percorso, in cui ci si confronta con la vita quotidiana dei ciechi.
Il secondo percorso si chiama invece Conoscere il buio, dura otto ore ed è incentrato, più nello specifico, sulla disabilità visiva. I bambini vengono invitati a mettersi, per qualche istante, nei panni di chi non vede. Scoprono, tra l’altro, che accanto alla cecità esiste l’ipovisione (una grave compromissione della vista che può avere caratteristiche molto diverse), prendono confidenza con gli strumenti usati nel quotidiano dalle persone con disabilità visiva, fanno esperienza di mobilità e accompagnamento, riflettono su quale sia il modo migliore per relazionarsi con chi non vede o vede poco.
Infine, vi è il percorso Vedo con le mani, che prevede la realizzazione di tavole tattili e disegni in rilievo, con l’utilizzo di materiali comuni: partendo da un racconto o da una poesia, la classe realizza un libro inclusivo, che poi viene scritto sia con caratteri ingranditi, sia in Braille.
Tutti i percorsi prevedono la partecipazione di persone non vedenti, che dialogano con i bambini insieme al personale dell’IRIFOR.
«In un mondo dominato dall’immagine e dalla virtualità – sottolinea Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino -, mettere al centro azioni come il toccare e l’ascoltare ci sembra importante. Riteniamo inoltre che il contatto con la disabilità visiva sia un’occasione di crescita per tutti e siamo felici che questo possa avvenire con bambini piccoli: infatti, a richiedere i nostri percorsi, sono spesso proprio i primi bienni della scuola elementare, cosicché grazie alla fruttuosa collaborazione con il Comune di Torino, abbiamo la possibilità di coinvolgere gli adulti di domani, perché crescano nella cultura dell’inclusione e dell’equità. Anche in poche ore, infatti, si può seminare molto». (L.M.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).