«Scrivo per proporre alle Confederazioni Sindacali di dedicare il prossimo appuntamento del Primo Maggio in tutte le piazze d’Italia al tema della disabilità, coniugata alla solidarietà sociale, all’eguaglianza e al Diritto al Lavoro»: si apre così la lettera aperta indirizzata da Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), ai segretari generali delle Confederazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Salvatore Barbagallo, «a nome delle centinaia di migliaia di ciechi e ipovedenti italiani», ma con la certezza «di interpretare anche i sentimenti, i desideri e le aspettative dell’intero mondo della disabilità: alcuni milioni di persone in tutta Italia».
Dopo avere poi ricordato che «l’anno scorso in Emilia-Romagna e in particolare a Bologna, il tema della disabilità ha fatto da filo conduttore delle manifestazioni sindacali del Primo Maggio, riscuotendo il consenso generale dei cittadini e dei lavoratori, tanto da convincere l’arcivescovo della città, monsignor Matteo Zuppi, a salire sul palco accanto a noi tutti, a celebrare insieme la Festa del Lavoro», Barbuto sottolinea come «nonostante le leggi di protezione, nonostante l’azione continua delle nostre associazioni rappresentative, sovente supportata anche da una consistente opera di sostegno delle Confederazioni Sindacali, centinaia di migliaia e forse milioni di persone con disabilità rimangono ogni giorno alla ricerca della loro dignità offesa, da conquistare innanzitutto e soprattutto proprio grazie alla realizzazione del Diritto al Lavoro, che renda possibile l’indipendenza economica, l’autonomia personale, la libertà dal bisogno».
«A nessuno potrà sfuggire – prosegue il Presidente dell’UICI – quanto sia importante oggi riuscire a mutare la disabilità da un fattore di handicap a una risorsa preziosa a tutela delle persone e a favore di uno sviluppo economico e di un progresso sociale più equo ed equilibrato, dove gli esseri umani siano posti finalmente al centro dell’attenzione, in alternativa alle odierne, rigide logiche del profitto. Le lotte per la conquista del diritto di cittadinanza e della dignità personale e civile, condotte quotidianamente dalle persone con disabilità, dalle loro famiglie e dalle loro associazioni di rappresentanza, per poter conseguire la massima efficacia e i migliori risultati, devono tuttavia sapersi unire alle rivendicazioni più generali delle classi meno abbienti, perché venga costruito e rinsaldato un vasto fronte comune della solidarietà sociale, premessa irrinunciabile per nuovi e più avanzati traguardi di civiltà e di uguaglianza. Dedicare tra l’altro il prossimo Primo Maggio proprio a questa costruzione di un fronte ampio della solidarietà sociale significherebbe porre sul tappeto i temi reali che riguardano la vita quotidiana delle persone, al di là di un’agenda politica nazionale spesso povera di contenuti e comunque circoscritta, in genere, agli iniziati della tattica e dell’opportunismo; percepita pertanto dai cittadini, sovente, come lontano e mero esercizio di potere».
«Cari Segretari – conclude Barbuto -, confido pertanto nella vostra attenzione solidale per portare nelle piazze d’Italia, il prossimo Primo Maggio, tutti insieme, in un unico fronte di lotta e di proposta, i grandi temi dei Diritti Sociali, dell’uguaglianza delle opportunità, della dignità del Lavoro, della libertà vera delle persone, quale libertà dal bisogno e dalla povertà. Fate quindi in modo che sul palco delle celebrazioni, insieme a voi, siano presenti e abbiano voce gli esponenti del mondo della disabilità, per indirizzare un messaggio chiaro e comune alla società e alla Politica italiana, riguardante un nuovo impegno di lotta e di proposta, verso più avanzate frontiere di solidarietà sociale e di rispetto umano». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (chiagiorgi@gmail.com).
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