La Fondazione Carlo Molo – ben nota a Torino per il suo impegno nell’assistenza sociale e sociosanitaria e per il supporto alla ricerca scientifica di interesse sociale – sta per diventare socio fondatore della nuova Associazione Torino + Cultura Accessibile, che raccoglierà l’eredità, proseguendone il lavoro, dell’omonimo progetto lanciato alcuni anni fa, del quale anche il nostro giornale ha seguito via via le varie tappe.
Presidente e vicepresidente della ONLUS saranno Daniela Trunfio e Valentina Borsella, in qualità di co-direttori delle attività finora svolte nell’ambito dell’accessibilità culturale sotto l’egida della stessa Fondazione Molo.
Torino + Cultura Accessibile – che verrà ufficialmente presentata domani, 2 marzo, al Salone d’Onore di Palazzo Barolo a Torino (ore 10) – si proporrà lo scopo di promuovere e realizzare – con il contributo di altri Enti e Istituzioni e insieme alle Associazioni di riferimento – la resa accessibile alle produzioni artistiche, temporanee o permanenti che siano (come, in quest’ultimo caso, le collezioni museali).
«Nella visione di Torino + Cultura Accessibile – spiega Daniela Trunfio – , il termine accessibilità si rivolge sia a persone con deficit sensoriali, che a tutte le persone con disabilità sensoriali acquisite nel corso della vita, anche in fase di invecchiamento. L’Italia si trova in una fase regressiva di natalità, con la popolazione che invecchia, e che spesso invecchiando entra a contatto con disabilità di vario tipo. Essa, quindi, dovrà sempre più pressantemente essere inclusa nelle politiche del welfare e della salute. A questo binomio riteniamo sia imprescindibile unire le politiche culturali, poiché è noto da tempo che migliorano la qualità della vita e il senso di benessere globale dell’individuo». «Un’attenzione diffusa all’accessibilità – aggiunge – favorisce anche l’inclusione di soggetti a basso tasso di scolarizzazione, oltre alle fasce deboli della popolazione, cosi come agli stranieri (siano essi turisti occasionali o immigrati recenti) e ai bambini con BES (Bisogni Educativi Speciali)».
La nuova ONLUS nascerà, come abbiamo accennato, dopo circa un triennio di attività, che ha permesso di verificare quanto sia importante ampliare e rendere più efficaci le tematiche della resa accessibile, non solo nel territorio cittadino di Torino e della Regione Piemonte, ma anche andando a incidere sulle politiche nazionali. «In tal senso – sottolinea ancora Trunfio – intendiamo mettere a frutto soprattutto le attività sperimentali realizzate in questi anni, con l’intento di fare rete e creare dei format per la resa accessibile, destinati a coloro che governano le diverse Istituzioni culturali o che si fanno sostenitori delle medesime, al fine di arrivare a includere la resa accessibile nella filiera della produzione culturale, per offrire modelli condivisi nella piena consapevolezza dei costi e indicare le partnership professionali necessarie per la realizzazione. In sostanza ci prefiggiamo di essere innanzitutto un “server specifico” per le realtà produttive e distributive di cultura, per attuare la messa in rete di tutte le esperienze maturate sul territorio nazionale e dare ad esse risalto e visibilità, stringendo pure, al tempo stesso, rapporti fattivi di collaborazione sull’identificazione di modelli e strategie operative».
Altro obiettivo non certo secondario di Torino + Cultura Accessibile, sarà quello di far diventare la resa accessibile, quanto prima possibile, oggetto di studi accademici, in modo tale da formare figure professionali in grado di insegnarla e realizzarla, come già avviene nei Paesi anglosassoni. In altre parole, una resa accessibile che diventi aspetto integrante della produzione culturale, come pratica costante, e che non rappresenti solo una realizzazione sporadica lasciata di volta in volta alla sensibilità dei vari Enti e Istituzioni.
«Pensiamo che sia assolutamente indispensabile – conferma Trunfio – che la resa accessibile diventi parte integrante e necessaria della produzione culturale e che non sia relegata – come spesso succede per l’arte, le collezioni museali e le mostre temporanee – a “operazione spot”, frutto dell’infaticabile e prezioso lavoro fatto in questi anni dai già citati Dipartimenti Educazione dei singoli Musei. Si tratta infatti di un passo avanti per la società civile, senza sottovalutare il fatto che essa ha un costo limitato, rispetto ai budget complessivi delle produzioni culturali, e che può anche attivare eventuali azioni dedicate di sponsorizzazione». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: torino.culturaccessibile@gmail.com.