Come già la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e il Comitato 16 Novembre, di cui si può leggere in altra parte del nostro giornale, anche la FAND (Federazione Tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) ritiene di una «gravità inaudita» i tagli al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che passerebbe in questo anno 2017 da 313 a 99 milioni, arrivando vicino al proprio minimo storico, e al Fondo per le Non Autosufficienze (da 500 a 450 milioni), secondo quanto emerso dalla risposta a un’Interrogazione Parlamentare da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, riferita a un recente accordo in tal senso tra Governo e Regioni.
«Quel che ancor più sconcerta – dichiara in una nota Franco Bettoni, presidente della FAND – è il fatto che la nostra Federazione – che in questi mesi, ha partecipato a incontri e confronti con il Ministro del Lavoro proprio per arrivare ad un aumento del Fondo per le Non Autosufficienze -, non abbia ricevuto alcuna informativa al riguardo e ne sia venuta a conoscenza per altri canali; questo atteggiamento certamente non giova e anzi mette in discussione la qualità dei rapporti fino ad oggi intercorsi con gli organismi istituzionali».
«È evidente – aggiunge Bettoni – che con questi tagli le politiche sociali del nostro Paese ne escono pesantemente umiliate: queste politiche sono sbagliate e inopportune, e non solo feriscono le persone più vulnerabili, negando diritti e inclusione sociale, ma paralizzano il nostro Paese. È puro autolesionismo tagliare la spesa per le politiche sociali e sanitarie, anziché utilizzarla come un formidabile investimento per creare sviluppo, innovazione e buona occupazione».
Per tutte queste ragioni, dunque, la FAND, in linea con quanto affermato anche dalla FISH e dal Comitato 16 novembre, sta valutando «tutte le possibili iniziative – come sottolinea Bettoni – per contrastare questa grave scelta politica, sia chiedendo un confronto diretto con il Presidente del Consiglio e con il Ministro dell’Economia, sia organizzando, se del caso, un’ampia mobilitazione del mondo della disabilità, oggi così pesantemente colpito».
Di «atto gravissimo» parla anche il Forum Nazionale del Terzo Settore – organismo cui aderisce la FISH – «un atto – come si legge in una nota – deciso per altro senza coinvolgere il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che avrebbe pesanti conseguenze per i cittadini e le famiglie che si trovano in condizioni di forte disagio e che quindi hanno più bisogno del sostegno delle Istituzioni. Al contrario, la spesa sociale italiana necessiterebbe di maggiori investimenti per rafforzare le misure di inclusione sociale delle persone svantaggiate, non certo di tagli che minacciano la realizzazione di servizi sociali di base e rappresentano inaccettabili passi indietro».
«Il nostro Coordinamento – conclude la nota – chiede pertanto chiarimenti da parte del Governo sulle informazioni circolate, auspicando che si provveda a una loro repentina smentita: la grave situazione sociale del Paese, infatti, non consente l’adozione di una misura così dannosa che porterebbe ad un ulteriore aggravamento della condizione delle persone più deboli e con più difficoltà». (S.B.)
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