«Siamo consapevoli che per il lavoro che facciamo è necessaria una costante “manutenzione” del capitale umano che regge questi servizi e proprio in tale direzione va questo percorso formativo per i coordinatori delle case famiglia. È un impegno doveroso, per offrire qualità nel tempo e rimanere capaci di offrire risposte adeguate a persone i cui bisogni sono in continuo cambiamento»: così Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale, l’Associazione che coordina le case famiglia per persone con disabilità, minori in difficoltà e donne con bambini in situazioni di grave fragilità sociale di Roma e del Lazio, presenta il percorso formativo denominato Chi sei tu per me?, promosso dalla stessa Casa al Plurale, e articolato su due incontri, in programma per il 30 marzo e il 3 maggio, presso Casa Betania a Roma (iscrizioni aperte fino al 23 marzo).
«Nelle case famiglia – ricordano ancora gli organizzatori dell’iniziativa – ogni persona fragile accolta (disabile, bambino, donna) ha una propria storia assolutamente unica, ma per rispondere alle sue esigenze gli operatori della comunità devono, ogni giorno, applicare schemi ripetibili: come si fa a perseguire l’equilibrio tra la storia di ogni persona accolta e la necessità di costruire modelli replicabili e condivisi? In sostanza, quali sono gli strumenti a cui possono attingere gli operatori nell’accoglienza delle persone e come possono, nel lavoro quotidiano, diffondere la cultura dell’inclusione, rifuggendo lo schema del grande istituto spersonalizzante? Saranno proprio questi alcuni dei temi trattati durante gli incontri formativi».
A condurre i lavori sarà Mario Paolini, pedagogista, musicoterapeuta, docente e formatore, che da tempo si occupa di persone con disabilità e della formazione di familiari, insegnanti, educatori e operatori, “firma” presente anche sulle pagine del nostro giornale. È stato anzi proprio il titolo di un suo libro pubblicato qualche anno fa (Chi sei tu per me? Persone con disabilità e operatori nel quotidiano, Trento, Erickson, 2009) a suggerire il nome del percorso voluto da Casa al Plurale.
Gli incontri – che avranno la formula della “discussione-confronto” – saranno quindi l’occasione per parlare del lavoro di cura con uno sguardo rivolto a se stessi, oltre che all’ambiente. E al centro della discussione vi sarà anche il tempo, inteso come tempo della riflessione e della condivisione, «che spesso manca – sottolineano da Casa al Plurale – a chi è impegnato nei servizi, complicando il rapporto tra il progetto scritto sulla carta e quel che succede nella realtà del quotidiano». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento, anche sulle iscrizioni: Ufficio Stampa Casa al Plurale (Carmela Cioffi), ufficiostampa@casaalplurale.org.