«Attraverso la nostra Associazione e la nostra Fondazione FISM, le persone con sclerosi multipla chiedono risposte – viene sottolineato dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) – e in tal senso non è sufficiente una ricerca rigorosa e innovativa di eccellenza, occorre infatti l’impegno di una ricerca che abbia ricadute concrete nella vita delle persone, diventando salute, qualità, libertà di vita, autonomia. Per la nostra organizzazione, sviluppare l’eccellenza della ricerca sulla sclerosi multipla per trasformarla in salute e qualità di vita delle persone che ne sono affette è un obiettivo di missione».
Punta dunque sostanzialmente a questo il nuovo Bando FISM 2017, aperto fino al 12 maggio, che mettendo a disposizione 3 milioni di euro, invita i giovani ricercatori a fare la propria parte per cambiare la realtà della sclerosi multipla, con il preciso obiettivo di trovare appunto la causa e la cura della malattia, e di migliorare al tempo stesso i servizi e la qualità della vita delle persone. Saranno per altro valutati con favore progetti collaborativi che vedono coinvolti e integrati più gruppi di ricerca.
A questo punto vale senz’altro la pena ricordare quanto siano stati importanti, negli ultimi tre decenni, gli investimenti sul fronte della ricerca da parte della Fondazione FISM, primo ente italiano in questo settore e terzo a livello mondiale, avendo stanziato in ventinove anni quasi 62 milioni di euro per finanziare appunto gli studi sulla sclerosi multipla.
Entrando ancor più nel dettaglio dei dati, si parla di 389 ricercatori finanziati dal 1987 ad oggi, il 76% dei quali continuano a fare ricerca sulla sclerosi multipla, con la produzione di 1.029 pubblicazioni.
Anche lo scorso anno il finanziamento era stato di 3 milioni di euro, destinato a 32 progetti di ricerca e 4 borse di studio, scelti tra le 187 richieste ricevute. Un milione e 400.000 euro sono andati inoltre ai cosiddetti “progetti speciali”, in campi che rappresentano le prossime sfide alla sclerosi multipla, quali le forme progressive, la creazione di data base e la riabilitazione terapeutica.
Si tratta di un impegno del tutto motivato dalla situazione del nostro Paese, di fronte a questa malattia cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante, che è una delle più gravi del sistema nervoso centrale, che colpisce le donne due volte più degli uomini e per la quale ad oggi non si conoscono né le cause né una cura risolutiva. L’Italia, infatti, si può considerare un Paese “ad alto rischio” di sclerosi multipla, con una diagnosi ogni tre ore, 3.400 nuovi casi all’anno e un costo totale di circa 5 miliardi di euro. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.