Ognuno di noi nella vita può lasciare un segno che parla agli altri: è questo il messaggio della mostra intitolata proprio Un segno di noi, che verrà inaugurata l’8 aprile (ore 16) a Osoppo, nei pressi di Udine, presso la sala espositiva del locale Ufficio del Turismo, a fianco del Municipio, e che resterà aperta a tutti fino al 7 maggio.
Protagonista dell’evento, aperto a tutti, è un gruppo di persone con disabilità fisiche anche gravi che ha seguito per alcuni mesi un percorso sperimentale di arteterapia [se ne legga anche nel box in calce, N.d.R.], organizzato dall’UILDM di Udine (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e condotto, a titolo di volontariato, da Linda Cudicio, animatrice-socio educativa con vari anni di esperienza.
Con la testimonianza diretta e con l’aiuto di un video realizzato per l’occasione, gli autori delle opere esposte parleranno di sé e del significato del progetto.
Un segno di noi, va ricordato, è già stata esposta con successo, nel corso del 2016, nell’atrio della piscina Swim di Villa Primavera, frazione di Campoformido, alle porte di Udine [se ne legga ampiamente anche nel nostro giornale, N.d.R.], oltreché nel Municipio e in una decina di locali pubblici del Comune di Rive d’Arcano, sempre in provincia di Udine. Viene ora riproposta ad Osoppo anche perché nella cittadina friulana vive uno degli autori delle opere esposte.
«Il nostro progetto di arteterapia – commenta Daniela Campigotto, presidente della UILDM di Udine – si è rivelato importante, non solo perché ha offerto a tutti l’opportunità di sperimentare diverse forme espressive, ma anche perché ha stimolato i singoli a riflettere su di sé, sul senso di quello che stavano facendo, sui propri sentimenti e sulle proprie emozioni, saldando profondamente forma e contenuto, mezzo e messaggio. C’è infatti chi ha potuto valorizzare abilità e competenze altrimenti inespresse, chi ha dato un nuovo senso a esperienze già in corso, chi ha scoperto capacità creative che non riteneva di avere».
«Per tutti – prosegue Campigotto – quello vissuto è stato soprattutto un percorso di ricerca, un percorso che è solo all’inizio, ma che, come accade per ogni ricerca, ha già trasformato un po’ chi la compie. Anche per questo abbiamo voluto dare continuità al progetto, che sta proseguendo anche nel 2017, per sondare più a fondo le potenzialità di questa pratica terapeutica che, per quanto ci riguarda, ha mostrato di poter ottenere importanti risultati».
L’unico rammarico, dentro un bilancio più che positivo, è quello di non poter avere più come compagno di strada Alberto Zucco, uno dei protagonisti più appassionati di questa esperienza che, purtroppo, è mancato prematuramente a soli 33 anni lo scorso ottobre. «Rivederne le opere – sottolinea Campigotto – e ascoltarne le parole nel video che accompagna la mostra, è un modo per ricordarlo e sentirlo ancora fra noi».
Da ricordare in conclusione che l’allestimento dell’imminente mostra di Osoppo è stato possibile grazie al Comune della città friulana, che ha concesso il proprio patrocinio all’iniziativa, e alla collaborazione di Anà-Thema teatro che gestisce la sala.
Il progetto Arteterapia rientra tra le attività di Casa UILDM, uno spazio di aggregazione e socializzazione della UILDM di Udine, che ha usufruito anche di un contributo della Regione Friuli Venezia Giulia. (Luca Pantaleoni)
Ringraziamo Laura Sandruvi per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@uildmudine.org.
Il Progetto Arteterapia della UILDM di Udine
L’arteterapia è una disciplina che utilizza le attività artistico-visive come mezzo terapeutico, riabilitativo e di mantenimento del benessere psico-fisico. Nell’ottobre del 2015, la UILDM di Udine ha avviato un percorso sperimentale in tale àmbito, iniziativa proposta e condotta, a titolo di volontariato, dalla dottoressa Linda Cudicio, animatrice-socio educativa con vari anni di esperienza.
Il progetto ha coinvolto sei persone con disabilità, svolgendosi in parte tramite incontri di gruppo negli spazi di Casa UILDM a Udine – con una finalità anche di socializzazione – in parte con interventi a domicilio.
Tutti i partecipanti sono affetti da malattie neuromuscolari che incidono in modo rilevante sulla loro autonomia, in particolare per quanto riguarda gli aspetti motori e respiratori. Oltre all’uso della carrozzina, infatti, c’è la necessità, a seconda dei casi, di ricorrere alla ventilazione meccanica, tramite mascherina o tracheotomia, e all’alimentazione attraverso la PEG (gastrostomia endoscopica percutanea), un sondino collegato direttamente con lo stomaco.
I lavori esposti nella mostra che sta girano in questi mesi in provincia di Udine sono una selezione di quelli realizzati e rappresentano solo l’aspetto più visibile di un percorso che, come hanno testimoniato i protagonisti di esso, ha offerto a tutti la possibilità di sperimentare nuove forme di espressione, di valorizzare competenze rimosse, di esplorare i propri sentimenti e il proprio vissuto, di ritrovare un’immagine positiva di sé attraverso il “fare”.
Tra i tanti strumenti proposti (da quelli più tradizionali, come le matite, le tempere, passando per il mosaico e le stoffe, fino alla fotografia e alle nuove tecnologie), ognuno ha scelto quello che sentiva più vicino alle proprie inclinazioni, riscoprendo vecchie passioni o esplorando nuove vie.
Nel loro insieme, però, le opere ricordano tutte che ognuno di noi, a modo suo, può lasciare un segno che parla agli altri, su un foglio di carta o un pezzo di legno, come sulla tela della vita. (L.P.)