«Gli ausili sono uno strumento di cittadinanza, non una misura compensativa»: a dichiararlo è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso del recente evento al Palazzo del Quirinale, voluto dalla FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), in occasione della Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale, di cui abbiamo ampiamente riferito in altra parte del giornale. Sono parole che infondono nuove energie alle istanze del movimento delle persone con disabilità, per niente soddisfatte dei nuovi LEA Sanitari (Livelli Essenziali di Assistenza), come testimoniato anche su queste pagine da numerose prese di posizione, ad esempio da parte della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
«Non siamo solo noi – sottolinea per altro il presidente di tale Federazione Vincenzo Falabella – ad avere espresso ripetutamente riserve e richieste di emendamenti. Critiche decise e circostanziate sono giunte infatti da molte altre realtà. Una per tutte, alla quale esprimiamo sostegno e adesione, è quella della FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti Disfunzioni del Pavimento Pelvico), dell’AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati) e di altre organizzazioni, che ben evidenziano il trattamento peggiorativo che subiranno le persone con incontinenza o stomizzate».
«I nuovi LEA deludono sia i diritti umani che la scientificità», si era letto in una recente nota della FISH, nella quale si criticava l’intero impianto del Decreto, ma anche il linguaggio adottato e l’assenza di riferimenti e congruenza con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. «I LEA nascono male – ribadisce oggi Falabella – e già vengono messi in forse nella loro reale applicazione sul territorio nazionale. Troppe, infatti, sono le incognite sulla reale copertura economica e già si accelera verso correzioni e assestamenti. In questo giocherà un ruolo fondamentale la Commissione Nazionale per l’Aggiornamento dei LEA e la Promozione dell’Appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale».
Di tale Commissione, però, voluta nel 2015 dalla Legge di Stabilità, nominata e presieduta dal Ministro della Salute, fanno parte solamente – fatto anche questo già più volte denunciato – il responsabile della Direzione Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute e quindici esperti nominati dallo stesso Dicastero, dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), dall’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), dall’AIFA (Agenzia italiana del Farmaco) e dal Ministero dell’Economia, e altri sette indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. «Come ben si nota – ricorda ancora il Presidente della FISH – da questo organismo sono esclusi i Cittadini, cioè i diretti interessati, né sono previsti momenti di consultazione, di confronto o di audit. Lo abbiamo già sottolineato: questa è una lacuna significativa che assume in questo momento di accelerazione una connotazione grave e foriera di ulteriore conflittualità».
A tal proposito, dunque, la FISH sta per richiedere formalmente alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin di colmare quanto prima questa lacuna, consentendo anche alle organizzazioni dell’impegno civile di partecipare proficuamente ai lavori della Commissione. (S.B.)
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