Qualche mese fa è stato presentato un sondaggio commissionato da IBSA Foundation for Scientific Research – organizzazione non profit istituita nel 2012 in Svizzera, per promuovere, sostenere e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica – allo scopo di capire come si muova il popolo del web in tema di informazioni sulla salute.
Ebbene, da tale indagine è risultato che più dell’88% (il 93,3% tra le donne) consulta effettivamente il web quando ha bisogno di questo genere di informazioni, ma solo il 44% percepisce il rischio a cui potenzialmente si espone. Quasi uno su due, infatti, si affida ai primi risultati restituiti dai motori di ricerca, senza riflettere sulla veridicità delle fonti.
Proprio da questi dati è nato il primo Decalogo Health Literacy (ove per Health Literacy, come è stato scritto, si intende «il grado in cui gli individui hanno la capacità di ottenere, elaborare e comprendere le informazioni di salute, i servizi e le competenze necessarie per prendere decisioni e compiere azioni informate per la salute»), presentato recentemente a Roma, durante il workshop intitolato E-Health tra bufale e verità: le due facce della salute in rete, promosso da IBSA Foundation e da Cittadinanzattiva.
Obiettivo del documento, di cui proponiamo in calce il testo integrale, è segnatamente quello di aiutare i Cittadini a difendersi dalle insidie di internet e non solo, tramite uno strumento pratico e di facile consultazione. (S.B.).
Ringraziamo Serena Bartezzati (Ufficio Stampa di UNIAMO-FIMR) per la segnalazione.
IBSA Foundation for Scientific Research
“E-Health” tra bufale e verità: le due face della salute in rete
Decalogo Health Literacy
1.Occhio alle fonti
È necessario prestare la massima attenzione all’estensore delle informazioni di cui stiamo usufruendo. Da privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute ed affidabili. Le affermazioni che non fanno riferimento a fonti attendibili sono sempre da prendere con il beneficio del dubbio.
2. Forum e blog
Scenario del dibattito virtuale, in cui vengono raccontate esperienze personali, sono fonti particolarmente insidiose, perché suscitano empatia, ma non è detto abbiano affidabilità scientifica.
3. Controlliamo le date
La tempistica della diffusione di informazioni è cruciale per la sua efficacia: è buona norma controllare la data di pubblicazione (dovrebbe essere sempre presente) dei contenuti che stiamo consultando. Anche informazioni su terapie o allarmi, corrette al momento della pubblicazioni alcuni anni fa, potrebbero non essere più attuali.
4. Non cerchiamo solo conferme
Attenzione al funzionamento dei motori di ricerca e… della nostra mente! Se ricerchiamo determinate parole, ci verranno restituite pagine che le contengono, orientando i risultati e influenzandoci.
Da non sottovalutare il meccanismo di funzionamento di motori di ricerca e social network: il web ci propone, in prima battuta, informazioni che ricalcano le nostre ricerche precedenti.
5. Attenzione a cosa percepiamo di quanto leggiamo
Bisogna tenere presente che tendiamo a prestare maggiore attenzione e a riporre maggior fiducia nelle informazioni in linea con quanto già sappiamo o crediamo.
Un altro meccanismo psicologico da considerare è l’effetto della paura nella percezione delle informazioni: quando cerchiamo sul web dei sintomi (veri o presunti), siamo propensi a dare maggiore credito a informazioni “negative” suggestionati dai nostri timori rispetto ad una malattia.
6. Non vergogniamoci di chiedere
Nella comunicazione con il medico è importante chiedere di non parlare rapidamente o con termini troppo tecnici. E nel caso in cui alcune informazioni non dovessero essere chiare, è sempre possibile chiedere al medico di ripetere una seconda volta, eventualmente concentrandosi su uno o due punti chiave.
7. Non andiamo da soli dal medico
Farci accompagnare da qualcuno nelle visite più importanti può aiutare a migliorare la comprensione di quanto detto dal medico e a comprendere correttamente le azioni che dobbiamo intraprendere. Diminuisce la soggezione psicologica.
8. Ripetiamo quello che abbiamo capito
Prima di congedarci dal medico, può essere utile ripetere quello che si è capito rispetto alla patologia e al percorso di cura ipotizzato. Avremo la conferma di aver ben capito, fisseremo meglio nella memoria quanto appreso e saremo più attenti nel seguire le indicazioni.
9. Capire a cosa servono i farmaci che si prendono
Aiuta a seguire le indicazioni del medico rispetto alla loro assunzione. Se necessario, fare domande al medico sui rischi e benefici delle indicazioni ricevute, finché non si comprendono bene le risposte.
10. La medicina personalizzata
Le informazioni aiutano a prendere decisioni in maniera consapevole, ma diffidiamo da quei siti che ci dicono come curarci e privilegiamo quelli che ci dicono in base a quali criteri devono essere assunte le decisioni mediche.
L’informazione disponibile sul web non potrà mai essere pensata per il singolo paziente, che deve sempre confrontarsi con un professionista da cui ricevere le informazioni e le cure adatte alla sua condizione.