Come è ormai tradizione, anche quest’anno alcuni Club Lions di Bologna, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna e all’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), hanno organizzato un convegno dedicato all’autismo, in programma per sabato 29 aprile al Teatro Duse di Bologna (Via Cartoleria, 42, ore 9-18), che questa volta sarà dedicato al tema Alunni con autismo: “La cosa migliore riguardo al futuro è che arriva un giorno alla volta” (Abramo Lincoln).
Sui contenuti della giornata, che sarà aperta tra gli altri da Benedetta Demartis, presidente nazionale dell’ANGSA, cediamo la parola a Daniela Mariani Cerati, medico specialista e responsabile della Segreteria del Comitato Scientifico ANGSA.
«Il titolo scelto per il nostro convegno di quest’anno, coincide sostanzialmente con la relazione di apertura, ovvero “Il futuro arriva un giorno alla volta” (Abraham Lincoln). In realtà, presente e futuro sono concetti relativi, ma il significato della frase è chiaro se essa viene da un’insegnante di scuola primaria (Graziella Roda). La frase significa cioè che la scuola non deve pensare solo a insegnare, a leggere, a scrivere e a far di conto, ma, con la tranquillità che deriva ad essa dall’avere davanti tanto tempo da dedicare ad ogni singolo allievo, deve pensare a dare ad ognuno di loro quelle abilità che potranno mettere a frutto da adulti.
Alla relazione della maestra elementare, farà da controcanto la relazione della presidente dell’ANGSA Emilia Romagna Noemi Cornacchia (Quando il futuro diventa presente). Anche se un giorno alla volta, infatti, l’età adulta arriva e se ciò coincide con la fine della scuola, non deve però coincidere con la fine di un percorso di abilitazione, che dev’essere permanente, così come permanente dev’essere la formazione degli operatori di ogni settore lavorativo.
Ogni programma scolastico è suddiviso in materie e in tutte le scuole di ogni ordine e grado l’insegnamento della lingua ha un’importanza fondamentale. Insegnare a usare bene la propria lingua materna equivale a insegnare a comunicare, a migliorare e ad affinare le capacitò comunicative di ogni allievo, partendo dal suo livello. Ci sono infatti allievi che parlano molto e comunicano poco; allievi che non parlano; allievi che non parlano e non vedono. Per tutti la materia di insegnamento principale dev’essere la stessa: migliorare la comunicazione.
Questo tema, così vitale, sarà svolto in sinergia da tre professioniste di grande valore: Paola Visconti (I disturbi dello spettro autistico: quando il linguaggio non basta a comunicare), Elena Clò (Comunicazione: come superare la mancanza del linguaggio) e Maria Luisa Gargiulo (Comunicazione: come superare l’ostacolo autismo-cecità).
Dalla difficoltà di comunicazione degli individui si passerà alla non meno problematica difficoltà di comunicazione delle Istituzioni, anch’essa da analizzare e migliorare. Di questo parlerà Rita Di Sarro, responsabile del Programma Integrato Disabilità e Salute dell’ASL di Bologna.
Ancora sulla comunicazione sarà poi centrata poi la tavola rotonda coordinata da Marialba Corona, dedicata al tema Comunicazione scuola-famiglia per un’alleanza possibile, anzi indispensabile. Qui si parlerà molto di scuola in una Regione come l’Emilia Romagna nella quale la maggior parte dei ragazzi dai 2 agli 11 anni frequenta la scuola a tempo pieno.
Ma la vita non è fatta solo di scuola. La qualità della vita delle persone deboli dipende infatti dall’atteggiamento di tutta la società, che deve attuare politiche solidali, con leggi e provvedimenti generosi, che gli interessati devono anzitutto conoscere.
Di questo tema si occuperà Maria Caterina Manca, nella doppia veste di responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Legale dell’ASL di Bologna e di presidente della Commissione Consiliare Sanità del Comune di Bologna. Il tema a lei affidato sarà Prima della beneficenza il diritto.
Ma per la beneficenza non c’è più posto? Ce n’è ancora, invece, e tanto, se non si vogliono mettere limiti alla qualità della vita delle persone più deboli che, ai tempi del senatore Enrico Pini erano i bambini con la tubercolosi, mentre ora sono i bimbi con disturbi del neurosviluppo. E la volontá testamentaria del senatore Pini, deceduto nel 1928, viene ora attuata dalla Fondazione che da lui prende il nome, il cui presidente Giorgio Palmeri presenterà una relazione complementare a quella di Maria Caterina Manca. Lei infatti parlerà del diritto che viene prima della beneficenza, lui del tanto che si può e si deve fare con la beneficenza, per migliorare la qualità della vita delle persone con disturbi dello spettro autistico, settore a cui la Fondazione Pini si dedica dal 2005, con generosità e lungimiranza, in stretta collaborazione con l’ANGSA.
Il convegno si rivolgerà primariamente agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado e tratterà soprattutto di educazione, ma in uno spirito di collaborazione e con uno sguardo rivolto al futuro è stata inserita anche una relazione sullo stato dell’arte della ricerca scientifica. Qui il difficile compito di fare il punto della situazione sulla ricerca biomedica verrà affidato ad Antonia Parmeggiani, docente di Neuropsichiatria Infantile all’Universitá di Bologna.
In conclusione, sarà una giornata intensa e impegnativa dalla quale gli organizzatori e i relatori si aspettano un miglioramento della qualità dell’educazione degli allievi con autismo, mediata da un’aumentata motivazione e formazione degli insegnanti.
Daniela Mariani Cerati».
È disponibile a questo link il programma completo del convegno del 29 aprile a Bologna. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: convegni@autismo33.it.