A breve due insegnanti di sostegno e un’educatrice professionale si lanceranno in un progetto per l’ANGSA di Bologna (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), che prevede una serie di uscite con ragazzi autistici. All’inizio ne accompagneranno uno solo alla volta, ma naturalmente prima di ciò incontreranno le famiglie, per capire i comportamenti, le competenze, le attitudini, i gusti e le problematiche di ciascuno.
La novità di questa iniziativa – presentata durante il recente convegno di Bologna Alunni con autismo: “La cosa migliore riguardo al futuro è che arriva un giorno alla volta” (Abramo Lincoln) [se ne legga già ampiamente anche su queste pagine, N.d.R.] – sta nell’essersi offerti volontariamente per questa avventura e con l’entusiasmo di fare sperimentare momenti che magari le famiglie, per vari motivi, non riescono a garantire.
Tra i principali obiettivi, vi sarà quello di uscire dai consueti ambienti, sperimentando anche in centro città luoghi non conosciuti, ma anche di prendere parte ad attività inusuali, quali prendere un autobus, mettendo in pratica in quel contesto varie autonomie.
A seconda poi delle potenzialità di ogni utente, durante le passeggiate si chiederà di osservare l’ambiente e di rispettare le regole di comportamento, fermo restando che per fare questo in sicurezza, sarà fondamentale prevenire situazioni antecedenti a “comportamenti problema”, che, comunque, sarà necessario saper opportunamente gestire.
Si era detto precedentemente della conoscenza delle persone autistiche coinvolta nel progetto: le famiglie, in tal senso, saranno parte attiva, fornendo il maggior numero possibile di informazioni ai tre referenti, che sono esattamente Alessandro Adamo, insegnante di sostegno presso l’IIS Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme (Bologna), Simona Cascetti, insegnante di sostegno in servizio all’Istituto Comprensivo 9 di Bologna (Scuola Media Statale Il Guercino) e Ardjana Kasa, educatrice professionale della Cooperativa Sociale Quadrifoglio del capoluogo emiliano.
Grazie dunque a queste tre figure esperte e grazie alla stessa Cooperativa Quadrifoglio – che consente la continuità educativa laddove è voluta o necessaria – l’ANGSA di Bologna riesce ad offrire ai giovani che ad essa fanno riferimento momenti ricreativi, ma anche formativi, sempre nell’ottica di un’autonomia futura crescente e con lo sguardo rivolto alle famiglie associate, che possono in tal modo per qualche ora “staccare la spina”, per potere poi sperimentare momenti diversi con i propri figli.
Ringraziamo per la collaborazione Daniela Mariani Cerati.