«In relazione alle recenti polemiche scatenatesi in seguito a un articolo di giornale in cui si è parlato della mancata applicazione della Legge 112/16 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), meglio nota come “Legge sul Dopo di Noi” [“Il fallimento del ‘dopo di noi’ famiglie sempre più sole e 40 mila disabili fantasma”, in «La Stampa», 15 maggio 2017, N.d.R.], desideriamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass media un approfondimento pubblicato dalla testata «Vita» (Dopo di noi, a che punto è davvero la legge?), in cui si disegna invece un quadro reale dell’attuale situazione dell’applicazione della Legge in questione, riportando le dichiarazioni e i commenti di coloro che sono stati coinvolti in prima persona nella realizzazione della normativa e che hanno lavorato e continuano a lavorare per la sua piena attuazione. Tra questi anche il nostro presidente nazionale Roberto Speziale, che vi illustra le criticità e i nodi ancora non sciolti della Legge – ad esempio la mancanza di una campagna informativa rivolta alle famiglie – e le fasi invece già completate che stanno iniziando a far partire concretamente la Legge».
È quanto si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), per la quale il presidente Speziale puntualizza appunto che «l’attuazione concreta della Legge 112/16 parte in queste settimane, poiché finora c’è stata la fase necessaria per strutturare il tutto. Ora, però, le Regioni hanno avuto una valutazione dei loro Piani e alcune hanno già i fondi, con il Ministero che ha dato indicazioni precise».
«Avevamo chiesto di vigilare – prosegue Speziale – per non consentire alle Regioni di distaccarsi dagli obiettivi della Legge e devo dire che il Ministero ha fatto una valutazione non superficiale dei Piani presentati. In linea di massima, le Regioni hanno detto che gireranno le risorse ai Distretti Sociosanitari, dando indicazioni per i bandi: a breve, quindi, le famiglie e le organizzazioni potranno presentare i progetti. La cosa che a sistema dobbiamo monitorare è che vengano non solo istituite le Unità di Valutazione Multidimensionale previste, ma che esse siano formate: la vera criticità è questa, chi farà il progetto di vita. Sappiamo infatti che in Italia spesso è questo il punto di caduta».
«Screditare dunque una Legge così fortemente voluta e soprattutto aspettata da decenni dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie – conclude il Presidente dell’ANFFAS -, una Legge che segna un punto di svolta in questo Paese e che per questo motivo ha necessità di tempi adeguati per una piena applicazione, non porta a nulla in questo momento: la critica, se non è costruttiva, non serve a nessuno. Serve, invece, l’impegno di tutti per arrivare ai risultati che il mondo della disabilità attende da tempo». (S.B.)
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