«Nel tempo in cui musei e siti d’interesse culturale sono coinvolti in un processo di cambiamento volto a renderli sempre più accessibili, crediamo sia necessaria una riflessione sui possibili criteri e le attenzioni da dedicare alle varie forme di disabilità, a partire dallo stato delle cose, e dal grande impegno già in atto in questo momento, soprattutto, ma non solo, nell’area torinese, un impegno che ha prodotto vari esempi di sinergia e conseguito risultati importanti su cui è doveroso fare il punto».
Viene presentato così l’importante convegno intitolato Sensi e parole per comprendere l’arte, in programma per il 25 e 26 maggio al Teatro Gobetti di Torino (Via Rossini, 12), una due giorni nata appunto dall’urgenza di un confronto a tutto campo sulla questione dell’accessibilità, rivolgendosi in particolare a insegnanti, operatori museali, grafici, operatori del settore della disabilità, studenti dell’Accademia di Belle Arti, di Architettura, di Didattica dell’Arte, di Educazione Museale.
A promuovere l’evento – organizzato con il sostegno dell’UICI Nazionale (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dell’UICI di Torino – è stato il progetto di rete torinese Making Sense, che dalla fine del 2013 conduce una ricerca sui sensi e le parole nella fruizione di un’opera d’arte, ponendosi la domanda cruciale di come si possa comunicare efficacemente un contenuto artistico, in primo luogo alle persone con disabilità visiva (ma non solo), a partire dai princìpi del cosiddetto Design for All (“progettazione per tutti”), ma cercando di evitare eccessive semplificazioni e possibili errori.
«Questo convegno – spiegano dunque da Making Sense – vuole essere un’occasione di confronto tra una pluralità di soggetti, sui temi dell’accessibilità alla cultura, considerando i diversi punti di vista che emergono dalla concretezza delle realtà museali, dagli studi sulla comunicazione, in campo linguistico e dal mondo della disabilità. Il tutto con l’idea fondante di contribuire a una ricerca accurata, e il più possibile corale, su quali siano le strategie più utili a rendere fruibili i prodotti delle varie arti per le persone con disabilità, una ricerca che rinvia ad alcune questioni fondamentali, quali la natura del linguaggio e il suo rapporto con i sensi, o la capacità della parola di fornire un contributo specifico, unitamente agli altri sensi, alla formazione delle immagini mentali. E per l’occasione si renderà senz’altro necessaria anche una riflessione sulle qualità e sulle tecniche di realizzazione dei supporti utilizzati, così come sull’uso degli strumenti tecnologici».
Questi, va ricordato in conclusione, sono i partner di Making Sense: la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Dipartimento Educativo); il PAV (Parco Arte Vivente – Centro d’Arte Contemporanea Torino, Attività Educative e Formative); il Politecnico di Torino (Dipartimento di Architettura e Design, TAL-Turin Accessibility Lab); la Città di Torino (Direzione Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Servizio Disabili); l’Associazione Tactile Vision; l’UICI di Torino; l’IRIFOR di Torino (Istituto di Ricerca, Formazione e Riabilitazione dell’UICI). (S.B.)
È disponibile a questo link il programma completo del convegno di Torino. La partecipazione è gratuita, l’iscrizione obbligatoria. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@making-sense.it.