«Per le persone con disabilità o i loro familiari non è facile decidere di esporsi e, in alcuni casi, arrivare anche di fronte a un giudice. In tal senso posso dire che la metà del mio lavoro come legale del nostro Centro consista proprio nel supportare le famiglie e assisterle in questa decisione»: sono parole di Laura Abet, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Presentato ufficialmente il 25 giugno 2015, il Centro – dedicato a colui che fu direttore responsabile del nostro giornale «Superando.it» sino alla sua scomparsa, alla fine del 2014 – ha lavorato molto intensamente in questi due anni, se è vero che quasi duemila persone si sono rivolte ad esso per chiedere informazioni, segnalare episodi di discriminazione e chiedere un supporto utile a far valere i propri diritti.
Entrando ulteriormente nel dettaglio, va detto che nel corso dei primi diciotto mesi di attività, sono pervenute alla struttura della LEDHA 1.922 richieste, contatti e segnalazioni da parte di persone con disabilità, loro familiari e Associazioni. Nella metà dei casi, la pratica è stata gestita direttamente dagli operatori del “Filtro”, che hanno fornito informazioni e svolto servizio di consulenza. Per la restante metà, invece (960), le pratiche sono state gestite dai legali del Centro e tra queste, le situazioni relative a casi di discriminazione fondata sulla disabilità sono state 288.
Tra le tematiche maggiormente presenti, da segnalare la scuola (più di 300 casi), il lavoro (più di 100) e l’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie (80).
Il Centro Antidiscriminazione rappresenta in realtà la naturale evoluzione del Servizio Legale offerto dalla LEDHA sin dalla propria fondazione nel 1979. Un progetto promosso con il contributo di Fondazione Cariplo, Telethon, AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e Linklaters, con il patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia, dell’Università di Milano e del Forum del Terzo Settore Lombardia.
«Le persone con disabilità vivono ogni giorno situazioni di discriminazione – sottolinea Alberto Fontana, presidente della LEDHA – dovendo fare i conti quotidianamente con barriere e comportamenti che ne limitano la libertà. Ci sono infatti barriere visibili, come quelle architettoniche o quelle percettivo-sensoriali, e barriere invisibili, come i pregiudizi o il mancato rispetto delle normative».
L’attività del Centro Bomprezzi si inserisce appunto in questo àmbito, con due obiettivi principali, il primo dei quali è segnatamente quello di contrastare le discriminazioni attraverso interventi legali, se necessario anche di natura stragiudiziale, ricorrendo alle aule dei tribunali. Il secondo invece, pure molto importante, è quello di far crescere la consapevolezza delle persone con disabilità nel riconoscere e individuare le situazioni di discriminazione vietate dalle Leggi.
Tracciare per altro un bilancio complessivo dei risultati ottenuti dal Centro in questi due anni è assai complicato, a causa dei tempi lunghi richiesti dall’azione giudiziaria e da quella di mediazione legale. E tuttavia, il dato che balza immediatamente agli occhi è il numero sempre molto elevato di richieste che arrivano al Centro stesso. «La previsione iniziale di circa mille richieste all’anno – sottolinea l’avvocato Gaetano De Luca – è stata ampiamente superata e questo è un dato che conferma come la nostra Federazione sia oramai diventata un punto di riferimento sempre più importante per tutte le persone con disabilità, i loro familiari e gli operatori che ritengono di subire una situazione di ingiustizia e di discriminazione». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).
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