«Siamo presenti da oltre trent’anni sul territorio del Distretto Socio Assistenziale di Subiaco e Olevano Romano e più recentemente sul territorio del Distretto di Alatri, a sostegno delle famiglie della zona nord della Ciociaria. Con la presente intendiamo mettere a conoscenza l’opinione pubblica della situazione dei servizi sociali nei distretti RM5.4, con Comune capofila Olevano Romano, e del distretto FR “A” con Comune capofila Alatri».
Incomincia così una lunga nota prodotta dall’ANFFAS di Subiaco (Associazione Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), nel territorio della Città Metropolitana di Roma, ove si intende innanzitutto evidenziare l’importanza del «Piano Sociale di Zona, strumento programmatico dei servizi e degli interventi del sistema integrato locale da realizzare nell’ambito del Distretto, predisposto sulla base delle indicazioni del Piano Sociale Regionale e approvato in conferenza dei Sindaci».
Ebbene, in questo periodo, che per tutti i Distretti del Lazio è quello della redazione del Piano di Zona per il 2018, l’ANFFAS sottolinea innanzitutto «l’importanza di tale passaggio, poiché è la fase in cui devono essere presentati, analizzati e valutati i bisogni e l’offerta dei servizi in ambito territoriale».
A tal proposito, tuttavia, viene ricordato che l’articolo 41 della Legge Regionale 11/16 (Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali) recita: «La Regione Lazio e gli enti locali assicurano l’attuazione della presente legge garantendo la consultazione dei cittadini e degli utenti, sia come singoli sia nelle formazioni sociali ove svolgono la propria personalità, nonché nella programmazione e realizzazione dei servizi. È altresì prevista la partecipazione degli stessi alla valutazione della qualità dei servizi e degli interventi offerti dal sistema integrato». E ancora, l’articolo 48, comma 5 della medesima norma, secondo il quale «le organizzazioni sindacali e le reti del secondo livello del terzo settore sono coinvolti nella fase istruttoria di elaborazione del Piano di Zona ed esprimono parere sulla proposta di piano».
«Appare dunque evidente – secondo l’ANFFAS – quale ruolo il Legislatore voglia affidare ai soggetti del Terzo Settore, in virtù del principio di partecipazione, chiamandoli ad esprimere anche un parere sulla proposta di piano. Siamo pertanto ben consapevoli delle difficoltà che possono sorgere in un processo innovativo di bilanci partecipati, ma siamo altrettanto convinti delle opportunità migliorative che questo processo può portare alla pianificazione dei servizi territoriali. Sollecitiamo quindi tutti gli organismi di indirizzo e programmazione ad ottemperare a quanto previsto, coinvolgendo sia il nostro che gli altri organismi di rappresentanza locale nei processi di programmazione».
Un altro importante punto sottolineato dall’Associazione laziale riguarda i Decreti Attuativi della Legge 112/16, la cosiddetta “Legge sul Dopo di Noi”, con i relativi finanziamenti del Fondo ad essa dedicato, rispetto ai quali «i Distretti della Regione dovranno discutere, con un protocollo d’intesa, in quale forma e con quali modalità rispondere ai bisogni delle molte persone adulte con disabilità che hanno la necessità, per la mancanza delle figure familiari di riferimento, o l’impossibilità degli stessi , di riprodurre e ricercare soluzioni e condizioni abitative quanto più possibile proprie dell’ambiente familiare, favorendo la de istituzionalizzazione».
«Anche in questo caso – si legge nella nota dell’ANFFAS – Associazioni come la nostra possono portare il loro contributo. Essa, infatti, ha maturato un’esperienza in tutta Italia, dove sono state sperimentate soluzioni replicabili a tutto vantaggio dell’autonomia delle persone con disabilità grave, in modo particolare per l’handicap intellettivo».
Ulteriore passaggio sottolineato dall’ANFFAS è il forte ritardo nella fase applicativa della citata Legge Regionale 11/16, concernente alcuni articoli di particolare sostanza.
E da ultimo, ma non ultimo, un capitolo a sé viene dedicato «alla condizione dei disabili adulti nella zona del Distretto di Alatri e ancor più precisamente quella dei residenti nei Comuni di Fiuggi, Acuto, Trivigliano, Torre Cajetani, Trevi nel Lazio e Filettino». Qui, secondo l’ANFFAS, «non esisteva alcun intervento che potesse scuoterli da una situazione di abbandono totale, nessuna struttura distrettuale che potesse prenderli in carico e intraprendere un programma di sostegno alle loro abilità, fino a quando, dal mese di gennaio di quest’anno, la nostra Associazione ha aperto un Centro Diurno, frequentato da circa dodici giovani con disabilità, impegnati in attività educative. Un Centro, va detto, sostenuto solo con il contributo delle famiglie, poiché a nulla sono valse, finora, le molteplici richieste di rendere quel Centro un nodo della rete dei servizi di Distretto, facendosi quindi riconoscere un contributo a copertura delle spese».
Alla luce di quanto detto, «facciamo appello a tutti gli Amministratori Locali – conclude la nota -, a tutte le forme associative locali, a tutto il Terzo Settore, alle Organizzazioni Sindacali, all’opinione pubblica, di essere vigile sull’applicazione di tutte le procedure di attuazione dei provvedimenti riguardanti i servizi sociali, di essere presenti al processo partecipativo della stesura del Piano Sociale di Zona, di sostenere la lotta che l’ANFFAS sta portando avanti, per rendere i nostri territori luoghi degni di vita per le persone con disabilità».
Per questo l’Associazione intende proporre per il 21 ottobre prossimo, presso il Centro Diurno di Subiaco, una pubblica assemblea, invitando «l’Amministrazione Regionale e quelle comunali, tutte le forze politiche, i soggetti del Terzo Settore, le famiglie ANFFAS e tutta la cittadinanza attiva, per trattare i vari argomenti evidenziati e proporre risposte adeguate alla situazione del territorio». (S.B.)
È disponibile a questo link il testo integrale della nota prodotta dall’ANFFAS di Subiaco. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@anffas-subiaco.it.