«All’interno del mondo delle persone con sindrome di Down c’è una grande variabilità, quindi se da una parte troviamo – per fortuna – sempre più persone che sono autonome e si inseriscono nel mondo del lavoro, è anche vero che esistono alcune persone con difficoltà particolarmente gravi, come la sorella della signora di cui è stata pubblicata la lettera su “Repubblica” nel blog della giornalista Concita De Gregorio».
A dirlo è Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che coglie appunto l’occasione di due testi recentemente pubblicati – quello citato della «Repubblica» e un altro di Francesco Giovannelli, apparso anche sulle nostre pagine (L’Islanda e i bimbi con sindrome di Down) – per riflettere «sulla necessità di risposte adeguate a ciascun tipo di bisogno delle persone con trisomia 21 [altro nome della sindrome di Down, N.d.R.]».
Nel suo testo, dunque, Francesco Giovannelli, papà di Giulia, racconta l’esperienza di vita con una figlia con sindrome di Down, complessa ma entusiasmante, mentre per la sorella di Anna la vita è più difficile, date le maggiori difficoltà della trentaquattrenne.
«In questo momento in Italia – dichiara Grillo – viviamo una carenza di servizi per l’età adulta, sia per le persone con disabilità gravissima, sia rispetto alla promozione dell’inserimento lavorativo. Chiediamo quindi che siano garantite a tutti risposte ai loro bisogni. Di fronte a una realtà come quella della disabilità, che esprime tante diverse necessità, noi dobbiamo trovare risposte per tutti, sempre lavorando al massimo perché i nostri familiari con sindrome di Down possano esprimere il massimo del loro potenziale umano e intellettivo». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna).