«Il lungo cammino che ha portato all’attuale evoluzione tecnologica è partito nel 1959, quando mio padre Otello, per consentire a un amico paraplegico di riprendere a guidare, studiò insieme a lui il primo sistema di guida per disabili, un sistema che ancor oggi è alla base delle attuali soluzioni all’interno delle autovetture. Nel 1962 riuscimmo a far prendere in esame dal Ministero la possibilità di concedere la patente ai disabili. Il cammino è stato lungo in questi anni, ma continueremo a lavorare perché la gratificazione di vedere un tetraplegico grave andare in macchina. Chiedo a tutti, soprattutto alle Istituzioni, di darci una mano. Che oggi sia un punto di partenza e non di arrivo per altre, ulteriori conquiste».
L’intervento di Stefano Venturini, segretario nazionale e fondatore dell’ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti), ha mirabilmente riassunto il significato stesso del convegno di Roma, intitolato La mobilità, ieri, oggi e domani… 37 anni di storia a favore dell’autonomia delle persone con disabilità, organizzato dalla stessa ANGLAT presso l’Auditorium dell’INAIL (se ne legga anche la nostra presentazione), in collaborazione con il Ministero della Salute, l’INAIL, Ferdersanità ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e la FAND (Federazion tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
Per l’occasione, di fronte a una sala gremita, numerosi e qualificati relatori – tra i quali anche Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – hanno dibattuto la delicata materia relativa alle opportunità offerte oggi dalla tecnologia e dalle normative di legge alle persone con disabilità, per quanto concerne la guida di un’ automobile, un settore che ha percorso negli anni passi da gigante, permettendo anche a persone con gravi disabilità motorie di diventare indipendenti nei propri spostamenti.
Dal confronto sono usciti una serie di importanti documenti e proposte, che lasceranno certamente il segno per gli sviluppi dei prossimi anni.
Ad aprire i lavori, moderati dal vicepresidente dell’ANGLAT Claudio Puppo – è stato Carlo Biasco, responsabile della Direzione Centrale Assistenza Proteistica dell’INAIL, che ha sottolineato l’importanza di poter permettere alle persone con disabilità di guidare normalmente un autovettura. « Ritengo – ha dichiarato in tal senso – che alle persone con disabilità sia importante dare uno sprone, soprattutto psicologico, per abbattere le barriere mentali e invogliarle ad uscire dai propri problemi. Il convincimento di poter svolgere attività ritenute impossibili, come la guida di un’autovettura, è un passo fondamentale per riuscire a vivere nel modo più normale possibile».
Dal canto suo, Roberto Romeo, presidente dell’ANGLAT, ha posto l’attenzione sul rapporto fra Associazioni e Istituzioni, sottolineando «l’importanza di raggiungere in sinergia nuovi traguardi che implementino quanto è stato già fatto fino ad oggi e in particolare che vengano semplificate procedure e normative a vantaggio delle persone con disabilità».
Al convegno era presente anche Luca Pancalli, oggi presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), ma a suo tempo uno dei primi presidente dell’ANGLAT, che nei primi anni dell’Associazione ha sostenuto numerose battaglie per l’autonomia delle persone con disabilità.
«Oggi – ha affermato – sono malinconico e allo stesso tempo felice nel rivedere tanti amici con i quali ho compiuto un percorso comune. Sono consapevole e orgoglioso dei passi avanti compiuti in questi anni in questo settore. Ho successivamente dedicato la mia vita allo sport, che credo sia un aspetto fondamentale per i portatori di disabilità alla stregua di quello della mobilità e dei trasporti. L’obiettivo comune è quello del reinserimento dell’individuo nella società. Tutti noi, per centrare i traguardi, dobbiamo, sia pure in diversi àmbiti, mettere la stessa passione per sostenere al meglio le battaglie quotidiane».
Infine, nelle parole di Franco Giannetti, presidente del Comitato Tecnico Interministeriale impegnato in tale settore, i presenti hanno potuto rivivere il lungo excursus storico e l’iter di legge iniziato nel 1962 (data in cui uscì appunto la prima Circolare che concesse la patente di guida alle persone con disabilità), fino ai nostri giorni. «Ci ha sempre mosso la passione – ha dichiarato – e la voglia di superare gli ostacoli. Oggi le persone con disabilità, e anche quelle colpite da gravi patologie, hanno gli strumenti per mettersi al volante. Il nostro motto da seguire è stato “Pensa a quello che sai fare, non quello che ti manca”, mettendo in moto un processo di crescita culturale e di comportamento che è ancora in atto».
Da ricordare in conclusione che tra gli ospiti vi era anche una vera e propria “leggenda dello sport”, vale a dire Albert Llovera, nativo di Andorra e divenuto una persona con disabilità in carrozzina, a causa di un incidente occorsogli all’apice della carriere di sciatore. Successivamente, dal 1989, Llovera è stato un grande campione di auto da rally, riuscendo ad essere l’unico pilota con disabilità a correre nel Campionato Mondiale Rally (WCR). È inoltre anche ambasciatore dell’Unicef per il proprio Paese. (S.B.)
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