Ah, la pubblicità… Dicono che non sia vera e che non rispecchi la realtà… Beh, di sicuro è così per quanto riguarda la diversità e la sua rappresentazione. Perché noi, persone con disabilità, per questo variegato mondo che di fatto interessa TV, carta stampata e web, non esistiamo!
Come già in un mio articolo precedente dedicato alla televisione, facciamo un piccolo gioco e immaginiamo che la pubblicità rappresenti la realtà. Da chi sarebbe formato il mondo?
Vediamo, in primo luogo ci sarebbero “sventole in bikini” e “machos in mutande”. Avremmo poi gaie madri che mantengono la taglia 38 anche dopo avere avuto tredici figli, che naturalmente farebbero colazione senza sporcarsi e che andrebbero a scuola senza protestare. Tutti, poi, avrebbero i denti perfetti, sia naturali sia come protesi, e gli anziani sarebbero tutti belli, senza gambe gonfie, fiatella o disturbi di memoria. E ancora, assorbenti miracolosi che ti restituiscono il corpo di una ventenne e ti fanno ballare perfettamente la salsa, altri che ti fanno conquistare l’uomo della tua vita. Ma soprattutto, io non ci sarei e nemmeno mio figlio…
Ah no, un momento. Esisteremmo tipo qualche giorno nella vita, per eventi come Telethon o per la Giornata sull’Autismo, per raccontare le nostre storie che ovviamente si svolgono in una dimensione parallela, e poi essere di nuovo ingoiati nel nulla.
Meglio così, d’altra parte. Infatti, non ho idea di come una persona possa esistere senza:
Lavarsi: manchiamo del tutto dalle pubblicità di saponi, detergenti, bagni schiuma e perfino detergenti intimi.
Vestirsi: avete mai visto pubblicità di negozi, negozietti, magazzini, in cui appaia anche solo di striscio una sedia a rotelle o un bastone? Quindi, a meno di non andare in giro nudi…
Mangiare: che cosa sopravvalutata! Naturalmente noi non mangiamo… Ci avete mai visto addentare un panino del McDonald o anche un semplice cornetto? Dalla grande catena fino al supermercato dal volto umano, non esiste cibo per noi. Sappiatelo.
Cucinare: tanto non mangiamo, a cosa potrebbe servirci? In ogni caso, non ci sono per noi pentole, forni, fornelli, apparecchi robotici di alcun tipo. Non li usiamo mai, ci avete mai visti pubblicizzarli?
Pulire: tanto non possediamo mobili. Le camere da letto, le cucine, i salotti, perfino le poltrone elettriche, che in teoria sono fatte per noi, non mostrano noi. Non possedendo nulla, cosa dovremmo mai pulire? E in ogni caso non preoccupatevi: non ci sono detersivi, scope, aspirapolveri, robottini rotondi, che mostrino uno di noi in procinto di godersi casa sua.
Comunicare: in un mondo come sarebbe rappresentato dai media pubblicitari, non telefoniamo, non guardiamo apparecchi televisivi né radio, non usiamo smartphone né internet. L’unico che usa qualcosa di tecnologico è il Dottor X! Ah già, lui però è un fumetto Marvel…
Allora, ognuno deve fare la sua parte, cari creativi! Volete essere sovversivi? Non uccidete mamme con gli asteroidi, ma restituiteci finalmente alla vita rappresentata. E quindi mi offro volontaria per le seguenti pubblicità: dentifrici, prodotti alimentari (purché senza glutine), cucine accessibili, poltrone elettriche, soprattutto quelle supermassaggianti, le adoro, e robot da cucina, ché mi piacerebbe provarne qualcun altro, visto che uno lo possiedo. Anche stereo e telefonini, però, vanno bene, la tecnologia mi piace.
Mio figlio, da me interpellato [giovane con disturbo dello spettro autistico, N.d.R.], dice che volentieri testa ogni tariffa telefonica esistente, provandola con le sue canzoni preferite su YouTube. Nemmeno la pizza gli dispiacerebbe. E non preoccupatevi, l’unica cosa che rischiate è qualche protesta da parte degli adolescenti che vogliono vedere l’ennesima supermodella. Ma se ne faranno una ragione!