Cooperazione e disabilità: un asse trasversale di qualità umana per tutti

«Includere la disabilità nella cooperazione internazionale allo sviluppo non vuol dire semplicemente creare un settore di intervento al suo interno, ma farne un asse trasversale di qualità umana per tutti, con servizi sanitari e sociali migliori e accessibili a tutti, scuole migliori e accessibili a tutti i bambini e le bambine, attività economiche migliori e possibili per tutti»: a dirlo è Francesco Colizzi, coordinatore del Festival della Cooperazione Internazionale, grande manifestazione in programma fino al 15 ottobre a Ostuni (Brindisi), primo evento del genere dedicato a questa materia

Immagine tratta dalla mostra “Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo”

Un’immagine tratta dalla mostra “Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo”, che sarà anch’essa presente e visitabile, durante il Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni

L’idea di cooperazione possiede diverse valenze semantiche. Ma è implicita nel cooperare la tensione umana a collegare, unire, includere. Per abbattere pregiudizi, superare esclusioni, evitare “vite di scarto”.
È questo il senso profondo dell’articolo 32 (Cooperazione Internazionale) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, il quale sancisce che la cooperazione internazionale allo sviluppo deve diventare inclusiva e operare attraverso progetti accessibili alle persone con disabilità.
Includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo non vuol dire allora semplicemente creare un settore di intervento al suo interno, ma farne un asse trasversale (un mainstreaming) di qualità umana per tutti: servizi sanitari migliori e accessibili a tutti (copertura universale della salute); servizi sociali migliori e accessibili a tutti; scuole migliori e accessibili a tutti i bambini e le bambine; attività economiche migliori e possibili per tutti e così via.

Cosa sia lo sviluppo, o almeno come debba caratterizzarsi, è un’antica e irrisolta questione. Considerato come esclusiva e massimizzata produttività, esso è insostenibile perché tende a depauperare le forme di vita del pianeta e ad espellere le persone più fragili al pari di un guasto o di un difetto nell’ingranaggio produttivo. Visto come un processo complesso, a più fattori concorrenti – tra i quali il capitale umano è essenziale – lo sviluppo è sostenibile se è capace di avvalersi rispettosamente dei vari aspetti sia della natura che dell’essere umano, includendo le relazioni e il sociale, non sperperando e non umiliando la primaria ricchezza costituita dalle persone e dalle limitate risorse naturali del pianeta.

Ecco perché l’orizzonte di riferimento di questa prima edizione del Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni (Brindisi) [se ne legga nel box in calce, N.d.R.], come lo sarà anche delle successive, è dato dall’Agenda ONU 2030 con i suoi 17 Obiettivi Sostenibili di Sviluppo e i 169 targets specifici.
Mirando alla partecipazione diretta delle persone con disabilità, all’incremento delle loro competenze sociali e del loro potere, si contribuisce ad allargare i confini della cittadinanza e a far crescere lo spirito della democrazia nel mondo anche laddove oggi c’è una tremenda esclusione sociale, civile, politica.

Eccola, la grande eutopìa dei nostri tempi, che può appassionare milioni di giovani. Non utopia, luogo che per definizione non c’è o è solo astrazione. Eutopia, luogo del bene, luogo buono, luogo esistente e vivo dell’umano in tutte le sue stupende sfumature, anche di venature dolorose e di sprazzi di felicità, ma sempre luogo in cui l’umano celebra le sue nozze con il mondo.
Rivive pienamente, nello spirito genuino della cooperazione internazionale, il dettato della nostra Costituzione italiana. Essa impegna a riconoscere e garantire – all’articolo 2 – i diritti inviolabili dell’uomo e richiede l’adempimento di doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. A tal scopo, essa indica, con l’articolo 3, l’obiettivo di fondo della rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Non è difficile immaginare di espandere al mondo intero questi princìpi. E del resto, con l’articolo 11, la nostra Costituzione non solo ci impegna solennemente a ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, ma valorizza le organizzazioni internazionali che operano per la pace e la giustizia, promuovendone e favorendone la progettualità e il concreto operare.

Con opportuna scelta, l’articolo 1 della nuova legge sulla cooperazione internazionale, la n. 125 del 2014, definisce quest’ultima come parte integrante ed essenziale della politica estera dell’Italia.
Attraverso l’impegno sincero, determinato e costante ad includere le persone con disabilità (quasi un miliardo nel mondo) nella trama dell’umanità contemporanea, la cooperazione internazionale può allora manifestare con illuminante potenza la sua splendida propensione a essere avamposto di una politica estera – ma anche interna agli Stati – di giustizia e dunque di pace.

Coordinatore di AIFO Puglia (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e coordinatore del Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni, 13-15 ottobre 2017 (se ne legga ampiamente nel box in calce).

Logo del Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni (Brindisi), 13-15 ottobre 2017Il Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni (Brindisi)
Presentato il 9 ottobre nel corso di una conferenza stampa cui ha partecipato anche Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), il Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni (Brindisi) si è in realtà già aperto in questi giorni, con l’avvio di alcune rassegne ed eventi, tra cui la nota mostra itinerante Diritti accessibili, di cui il nostro giornale si è già ampiamente occupato in varie occasioni, divisa in un Modulo fotografico e in un Modulo video e promossa dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme alla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), alleanza strategica avviata nel 2011 da EducAid, AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ovvero da organizzazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo e da associazioni di persone con disabilità, allo scopo di realizzare iniziative di informazione, formazione e consulenza in Italia e a livello internazionale, riconoscendo i rispettivi saperi e capacità e valorizzando in tal modo l’esperienza di progetti basati sul rispetto dei diritti umani delle stesse persone con disabilità, in linea con i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Il “cuore” vero e proprio del Festival di Ostuni sarà però tra venerdì 13 e domenica 15 ottobre (giorno della manifestazione conclusiva), con un nutrito programma di incontri, dedicati tra l’altro a: La cooperazione italiana e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): stato dell’arte; Il consensus europeo sulla Cooperazione Internazionale; Il sostegno allo sviluppo dei bambini; La Cooperazione Internazionale della Puglia: stato dell’arte ed esperienze; L’accesso universale all’educazione (obiettivo 4 degli SDGs); Le persone con disabilità e la musica; Esperienze di empowerment delle persone con disabilità nel mondo: Palestina, Mongolia, India, l’Osservatorio Nazionale; La riduzione delle disuguaglianze all’interno e fra i Paesi (obiettivo 10 degli SDGs); Gli interventi di aiuto umanitario, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction; Trauma, catastrofi e intervento psicologico; L’introduzione alle nuove linee guida della Cooperazione Italiana sulla disabilità: anteprima.

Il Festival è organizzato dall’AIFO, con il patrocinio del Comune di Ostuni e in collaborazione con la RIDS, DPI Italia e la FISH.
A dirigerlo sono Antonio Lissoni, presidente dell’AIFO, Giampiero Griffo, presidente della RIDS e Francesco Colizzi, coordinatore dell’AIFO Puglia (media partner Idea Radio).
A questo link è disponibile il programma completo e dettagliato di tutte le giornate. A quest’altro link, invece, relativo al nostro articolo intitolato L’inclusione lavorativa nella Cooperazione Internazionale è possibile rintracciare il lungo elenco dei contibuti da noi pubblicati in questi anni, sul tema Cooperazione Internazionale e Disabilità.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: redazione@idearadionelmondo.it.

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