Felice Castriota è un commercialista salentino legato alla malavita; sembra spinto dal coraggio, quando denuncia il nome del boss per il quale ha riciclato denaro sporco, ma nella realtà è perché è attratto dal facile guadagno. Pensa che dodici mesi di affidamento in prova al servizio sociale presso l’Opera Don Guanella di Roma passeranno in fretta e potrà ritornare alla vita che ha sempre fatto: soldi, belle donne, divertimento… I suoi primi giorni al Centro Don Guanella sono caratterizzati dal rifiuto della realtà: le persone con disabilità, che deve accudire, gli fanno letteralmente schifo; poi, passo dopo passo, incomincia a farsi voler bene da loro e a rendersi consapevole della straordinaria ricchezza racchiusa in loro…
Inizia così la storia del film Ho amici in Paradiso, opera prima del regista Fabrizio Maria Cortese, arrivata nelle sale all’inizio di quest’anno, e che è il frutto di un progetto “partito da lontano”, come avevamo ampiamente raccontato lo scorso anno, parlando di «un film contro tutti i luoghi comuni».
Ebbene, proprio tra poche ore, rispetto a quando stiamo scrivendo, ovvero oggi, 7 novembre, questa storia verrà proiettata a L’Avana, come caso di successo e buona prassi “made in Italy” di inclusione e riabilitazione, durante il III International Neuropsyco Congress, in corso di svolgimento nella capitale di Cuba, con la partecipazione di oltre cinquecento delegati, eccellenze della psichiatria provenienti da vari Paesi del mondo. A presentarlo, con l’intervento intitolato Cinema as an opportunità of relationship for persons with intellective disability (“Il cinema come opportunità di relazione per persone con disabilità intellettiva”), sarà Simonetta Magari, docente di Disturbi del Linguaggio e Psicopatologia della Disabilità Intellettiva presso l’Università del Sacro Cuore di Roma e direttore sanitario del Centro di Riabilitazione San Giuseppe – Opera Don Guanella, insieme allo stesso regista del film Fabrizio Maria Cortese.
Prodotto dalla Golden Hour Films con RAI Cinema, in associazione con l’Opera Don Guanella di Roma e DESI e in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana e con la Fondazione Ente dello Spettacolo, Ho amici in Paradiso è stato presentato lo scorso anno come “evento speciale” alla Festa del Cinema di Roma (Sezione Alice nella città), ottenendo lunghi applausi, per la leggerezza e l’amabilità con cui presenta la disabilità intellettiva. In seguito, la pellicola ha ottenuto altri riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.
Tra i protagonisti, infatti, vale la pena ricordarlo, accanto ad attori professionisti (Fabrizio Ferracane, Valentina Cervi, Antonio Catania, Antonio Folletto, Emanuela Garuccio, Enzo Salvi, Gabriele Dentoni, Erika Blanc), recitano Michele Iannaccone, Stefano Scarfini, Mariano Belvedere, Paolo e Giorgio Mazzarese, Rocco Keci e Daniela Cotogni, tutte persone con disabilità intellettiva, ospiti del Centro di Riabilitazione Don Guanella.
«Dentro questa storia “inventata” – aveva dichiarato a suo tempo don Pino Venerito, direttore del Centro di Riabilitazione San Giuseppe – Opera Don Guanella – scorre la vita del nostro Centro e penso che il film riesca molto bene a rendere l’idea di quello che volevo e volevamo, catturando da una parte il cuore, per la trama del racconto, ma allo stesso tempo facendo scoprire nelle sue linee essenziali la bellezza del nostro modo “tipico” di stare insieme alle persone con disabilità: accoglienza, benevolenza, interessamento, sollecitudine, cura, pazienza, gioco di squadra».
«La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – ha dichiarato dal canto suo Simonetta Magari, partendo per Cuba – sottolinea l’importanza di favorire l’inclusione sociale e la partecipazione, incoraggiando le persone con disabilità intellettiva a sviluppare l’autonomia e supportando la loro autodeterminazione. L’obiettivo di questo lavoro, dunque, è stato proprio quello di dare accesso al mondo del cinema ad otto persone con disabilità intellettiva. Il regista Fabrizio Maria Cortese ha curato per due anni laboratori di teatro con gli utenti del nostro Centro di Riabilitazione, selezionando tra questi gli attori per un lungometraggio. Ed è così che è nato il film».
«Grazie a questa esperienza – ha aggiunto Magari – gli ospiti del Centro hanno potuto esprimere se stessi e riversare le loro caratteristiche sui personaggi interpretati. Inoltre, la divulgazione di questa pellicola ha contribuito ad aumentare la consapevolezza pubblica per quanto riguarda la neurodiversità. Alla base stessa di questo progetto, infatti, vi è l’idea di un contagio positivo che produca un aumento del benessere psicofisico nelle persone neurotipiche e neurodiverse, facendo si che l’inclusione diventi un processo bidirezionale. L’intenzione è quella di portare bellezza nel mondo: una bellezza che unisca, che susciti amore verso il prossimo e che diventi veicolo per migliorare la qualità di vita». (S.B.)
È disponibile la videopresentazione del film Ho amici in Paradiso. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@benews.it.