Come reso noto in un comunicato ufficiale, il Consiglio dei Ministri ha impugnato il 22 novembre scorso la recente Legge Regionale della Campania 26/17 (Organizzazione dei servizi a favore delle persone in età evolutiva con disturbi del neurosviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico), e di fronte a tale iniziativa, Daniele Romano, Massimo Micco e Claudia Nicchiniello, presidenti rispettivamente di FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), AIFA Campania (Associazione Italiana famiglie ADHD-disturbo da deficit di attenzione e iperattività) e ANGSA Campania (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), hanno prodotto una nota congiunta in cui dichiarano di «avere appreso con molto disappunto questa notizia, dopo nemmeno due mesi dall’approvazione di una Legge che aveva portato a riaccendere una speranza in tante famiglie, quella cioè di poter dare un futuro, il più sereno possibile, ai propri figli e alle persone sofferenti di tali neuropatologie. Una Legge che si sperava, e si spera ancora di più, possa portare a soluzione gli atavici problemi di cui soffre il Servizio Sanitario Regionale Pubblico della Campania nell’àmbito della salute mentale (età evolutiva e adulta), per l’insufficienza dei centri di diagnosi di tali neuropatologie e quindi soprattutto per l’assenza di una capacità diagnostica diffusa sul territorio, con conseguenti lunghe liste di attesa nei pochissimi centri specialistici e con ovvi ritardi negli interventi terapeutici dei pazienti».
«La speranza che si continua ad alimentare – proseguono i Presidenti di FISH Campania, AIFA Campania e ANGSA Campania – è che questa Legge possa proseguire il proprio iter, per consentire una presa in carico dei nostri figli e che si giunga alla definizione di percorsi di appropriatezza terapeutica, rendendo disponibili quegli interventi (principalmente ad orientamento cognitivo-comportamentali) oggi assenti nel Servizio Sanitario Pubblico, pur esistendo una spesa di riabilitazione di sola “logopedia e psicomotricità”, interventi per altro non contemplati dalle Linee Guida Nazionali di riferimento e quindi, a nostro avviso, con un grosso problema di inappropriatezza della spesa sanitaria oggi esistente. Non da meno è la questione dei percorsi di transizione dalla salute mentale dell’età evolutiva a quella degli adulti, ad oggi assolutamente assenti. Come rappresentanti di Associazioni, da tempo denunciamo una situazione di bisogni di cura insoddisfatti e riteniamo che con questa Legge, oltre ad individuare la Regione Campania tra le prime d’Italia ad averla varata, siano stati messi i presupposti per affrontare buona parte delle problematiche in essere, anche quella di superare una visione parcellizzata e settoriale degli interventi, soffermandosi sulla questione dei servizi da rendere disponibili per tutte le patologie del neurosviluppo, sul cui tema lo stesso Istituto Superiore di Sanità si sta muovendo a livello nazionale».
«La Legge Regionale 26/17 – concludono Romano, Micco e Nicchiniello – si pone l’obiettivo di affrontare la problematica mancanza di uniformità dei percorsi diagnostici tra ASL e ASL e tra Distretti e Distretti, cosi come la carente formazione dei clinici nel diagnosticare e trattare i disturbi del neurosviluppo. Una situazione regionale, questa, che è nota per essere altamente deficitaria in servizi appropriati e ove l’attuale debolezza organizzativa e professionale del Servizio Pubblico di Salute Mentale porta le famiglie anche ad una massiva migrazione sanitaria nelle Regioni limitrofe, per una diagnosi di Neuropsichiatria Infantile e di Psichiatria, con un ulteriore aggravio di spesa pubblica, per il quale il Governo stesso chiede alla Campania di rientrare. Sorprende pertanto l’impugnazione fatta dal Consiglio dei Ministri, nella misura in cui la Legge 26/17 vuole avere lo specifico intento di risponde proprio alle richieste del Governo e a quelle della Conferenza Stato-Regioni, che avevano « previsto per le Regioni interessate l’obbligo di procedere, in presenza di situazioni di squilibrio economico finanziario, ad una ricognizione delle cause ed alla conseguente elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio Sanitario Regionale», mirando a rafforzare l’attuale debolezza organizzativa e professionale dentro i Servizi Pubblici di Salute Mentale (Neuropsichiatria Infantile e Psichiatria) nei processi di assistenza e nel percorso di transizione dall’età evolutiva a quella adulta». (S.B.)
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