Con la Deliberazione n. 588 del 5 dicembre scorso – di cui riportiamo in calce il testo -, il Comune di Asti ha ridefinito i criteri di accesso ai contributi per la vita indipendente per le persone con disabilità. La platea dei destinatari, tuttavia, pare essere ben ristretta, poiché i criteri di accesso stabiliti riguardano esclusivamente le persone con grave disabilità motoria tra i 18 e i 64 anni che frequentino l’Università (solo fino ai 26 anni), o che lavorino (per molti una speranza e raramente un’opportunità, come recentemente ribadito dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, «preoccupato per l’alto tasso di disoccupazione tra le persone con disabilità, in particolare tra le donne con disabilità»), o che partecipino ad attività sociali (a patto che ricoprano incarichi dirigenziali), o che, infine, svolgano le funzioni genitoriali (esclusivamente nei confronti di figli minori).
Nel leggere tali criteri, stupisce dunque sia la loro particolarità e restrittività, sia che dall’accesso al contributo siano, di fatto, escluse tutte le persone con disabilità non motorie (sensoriali, intellettive…). Eppure il 27 aprile di quest’anno, con una precedente Delibera, lo stesso Comune di Asti si era impegnato a «sostenere i progetti di vita indipendente rivolti a cittadini con disabilità intellettiva» e a «favorire una nuova cultura sulla disabilità». Appare quindi evidente una mancanza di coerenza tra i due provvedimenti, sui destinatari di progetti di vita indipendente.
Su questo aspetto, inoltre, è stata recentemente approvata una Mozione dal Consiglio Regionale del Piemonte [se ne legga anche nel nostro giornale, N.d.R.] che, evidenziando come «le limitazioni all’accesso dei progetti di “Vita Indipendente” che prevedono una differenziazione sulla base del tipo di disabilità non sono presenti nella normativa nazionale», impegna la Giunta Regionale ad aggiornare le proprie linee guida in quest’àmbito.
In conclusione, quindi, vista la rilevanza di un atto che, nonostante l’esiguità del contributo e la sua alternatività ad altri tipi di prestazioni, si propone il riconoscimento e il sostegno del diritto alla vita indipendente per le persone con disabilità, sarebbe opportuno, quanto meno, promuoverne una modifica, tenendo conto sia della precedente Delibera Comunale, sia della recente Mozione Regionale, sia, non certo ultimo, dell’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità (Vita indipendente e inclusione nella società), che è la Legge dello Stato 18/09 e che ribadisce «il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone».
Asti, 5 dicembre 2017
Deliberazione di Giunta Comunale n. 588
Criteri per l’accesso ai contributi per i progetti di vita indipendente
«I destinatari dei Progetti di Vita Indipendente sono esclusivamente persone portatrici di grave disabilità motoria certificata ai sensi dell’art. 3 della l. 104/92, di età compresa tra i 18 e 64 anni, con capacità di autodeterminazione e chiara volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie scelte.
Rientrano nella casistica coloro che:
-siano inseriti in contesti lavorativi;
-siano inseriti in contesti scolastici, limitatamente al conseguimento di una laurea e comunque non oltre i 26 anni di età;
-siano inseriti in contesti sociali, ricoprendo incarichi dirigenziali all’interno di Associazioni di volontariato con sede nel Comune di Asti, regolarmente iscritte ai relativi registri;
-si trovino nella condizione di dover svolgere le funzioni genitoriali nei confronti dei figli minori».