È partito dall’Ospedale di Montecatone, la nota struttura di Imola (Bologna), specializzata nel settore delle lesioni midollari e cerebrali, il cammino verso le Paralimpiadi di Tokyo 2020 della Nazionale Paralimpica di tennis tavolo. Dal 2 al 7 gennaio, infatti, i pongisti azzurri sono stati ospiti del Centro emiliano, per uno stage che ha visto protagonisti atleti di punta come Giada Rossi, medaglia di bronzo a Rio de Janeiro 2016 e agli Europei 2015 e 2017 di singolare, Michela Brunelli, campionessa mondiale a squadre nel 2017 (classe 1-3) con Giada Rossi, Andrea Borgato e Federico Falco, campioni mondiali a squadre 2017 (classe 1). Insieme a loro il direttore tecnico della Nazionale Alessandro Arcigli e gli atleti di interesse nazionale dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Lo sport è vita Montecatone, capitanati da Davide Scazzieri, paralimpico a Londra 2012, Luca Chiarini e la giovanissima Carlotta Ragazzini, recentemente proclamata “promessa faentina 2017”, vicecampionessa europea paralimpica giovanile.
La bella iniziativa ha permesso ogni pomeriggio alle persone ricoverate a Montecatone di confrontarsi direttamente con gli atleti, assistendo agli allenamenti e sfidandoli sul tavolo da gioco, instaurando così un bellissimo confronto sul tema della disabilità.
La permanenza dei campioni azzurri, ospitati alla Casa di Accoglienza Anna Guglielmi, attigua a Montecatone, è stato anche motivo per inaugurare un nuovo spazio che il CSI di Imola (Centro Sportivo Italiano) ha dedicato al tennis tavolo paralimpico presso la palestra del seminario di Montericco, realizzata con la collaborazione di Lo sport è vita Montecatone e della Fondazione Montecatone.
Alla giornata inaugurale di questo spazio sono intervenuti Paolo Busato, presidente del CSI di Imola, Marco Gasparri, presidente della Fondazione Montecatone, il già citato Davide Scazzieri, presidente di Lo sport è vita Montecatone, Melissa Milani, presidente del CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), Alessandro Arcigli, che come detto è il direttore tecnico della Nazionale Paralimpica, e Roberto Pederzini, direttore Sanitario dell’Istituto di Riabilitazione di Montecatone.
L’iniziativa è stata fortemente voluta da Davide Scazzieri, che per l’occasione ha voluto ringraziare per il supporto tutte le componenti coinvolte, il CSI, per la concessione dei locali, la Fondazione Montecatone, che ha contribuito all’acquisto del materiale tecnico sportivo, il CIP, per i progetti all’interno dell’Unità Spinale di Montecatone, che consentono di promuovere lo sport come mezzo riabilitativo fin dai primi giorni di riabilitazione e Casa Guglielmi per l’ospitalità.
«Un grazie – ha concluso Scazzieri – anche ai miei collaboratori Vincenzo Andalò, Luca Mazzini e Luca Casini, perché senza di loro non sarebbe possibile fare tutto questo e infine ai graditi ospiti della Nazionale Paralimpica per la loro presenza».
Piena conferma alle iniziative sportive promosse dall’Associazione di Scazzieri è arrivata anche da Busato, Milani e Pederzini e da Davide Tronconi, assessore allo Sport del Comune di Imola, che ha inviato un proprio messaggio di sostegno.
«Per le persone ricoverate a Montecatone – ha dichiarato dal canto suo Marco Gasparri – confrontarsi con questi campioni è un modo per dimostrare che nonostante una disabilità importante come una lesione al midollo spinale, la vita continua. Indipendentemente dai risultati sportivi, quello che conta per noi sono comunque i risultati che anche grazie allo sport si ottengono per l’autonomia nella vita quotidiana. Un grande ringraziamento va a Scazzieri per tutto quello che quotidianamente fa per noi e per avere portato a Montecatone questi campioni».
Infine, le parole di Alessandro Arcigli: «Sono felice di avere potuto realizzare questo primo stage di alto livello nella Città di Imola, che da sempre ha manifestato grande sensibilità per la valorizzazione dello sport paralimpico, soprattutto per via della struttura riabilitativa di Montecatone, un’eccellenza della quale sono già stato ospite diverse volte. Esprimo la mia gratitudine a tutte le Associazioni coinvolte, per l’esemplare lavoro svolto nel diffondere la cultura sportiva, anche rivolta alle persone con disabilità che non provengono esclusivamente dalle Unità Spinali. Tutto ciò è la riprova che ormai i valori che lo sport paralimpico rappresenta sono finalmente divenuti di patrimonio comune». (V.C. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Comunicazione Esterna Montecatone (Vito Colamarino), vito.colamarino@montecatone.com.