Quei dieci falsi miti sull’autismo

È sempre bene ricordare quei dieci falsi miti sull’autismo elencati da Stefano Vicari, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, a conclusione del suo libro “Nostro figlio è autistico” e sarebbe utile ne tenessero conto tutti coloro che – organi d’informazione inclusi – ritengono di doversi occupare di tali delicate materie, senza rischiare di cadere nella trappola di vari stereotipi e luoghi comuni, ormai da tempo ampiamente confutati

Bimbo con gli occhi aperti che guarda fuori da una finestraÈ sempre bene ricordare quei dieci falsi miti sull’autismo elencati un paio d’anni fa da Stefano Vicari, a conclusione del suo libro Nostro figlio è autistico, e bene fa a rilanciarli Erickson – che quel volume pubblicò – rivolgendosi in particolare a tutti coloro che – organi d’informazione inclusi – ritengono di doversi occupare di tali delicate materie, senza rischiare di cadere nella trappola di vari stereotipi e luoghi comuni, ormai da tempo ampiamente confutati.
Nel box in calce li riproponiamo integralmente anche noi, con il relativo commento per ciascuno di essi.

Direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed esperto di disturbi dello sviluppo e di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Stefano Vicari è autore di numerosi articoli scientifici, libri e saggi, tra cui L’insalata sotto il cuscino. Storie di disordini e di adolescenti (TEA, 2013), raccolta di storie di ragazzi ospitati nel reparto di degenza da lui diretto e da cui la RAI ha tratto la fiction intitolata Disordini.
Nostro figlio è autistico è stato il frutto della sua esperienza ultratrentennale e di quella della sua équipe di ricerca, uniti alle conoscenze che la comunità scientifica internazionale ha accumulato e continua a raccogliere, al di là dei pregiudizi e dei luoghi comuni. In tal senso, nel libro non solo si illustrano con chiarezza le principali caratteristiche e problematiche dei disturbi dello spettro autistico, unite ai modelli e agli interventi di comprovata efficacia (ESDM, ABA, Parent Training, TEACCH), ma si presentano anche alcune indicazioni pratiche, per garantire al proprio figlio, dall’età prescolare all’adolescenza, una qualità di vita elevata e soddisfacente in famiglia, a scuola e nel tempo libero. (S.B.)

I dieci falsi miti sull’autismo
1.
L’autismo in un bambino è determinato dallo scarso affetto dei genitori
L’autismo è una malattia del neurosviluppo, con base biologica e con una componente genetica certa. Non è stato ancora individuato il gene dell’autismo perché l’origine della malattia è legata all’alterazione di più geni e alla loro interazione con fattori ambientali (malattia multifattoriale).
2. L’autismo è causato dall’accumulo di materiali pesanti, come il mercurio
Sono state condotte numerose ricerche su questo tema da agenzie internazionali indipendenti e nessuna evidenza sostiene questa ipotesi ancora, purtroppo, in voga in Italia. Allo stesso modo è provata la non efficacia di diete, terapie con animali, massaggi, musica, e chi più ne ha più ne metta.
3. Con un intervento psicoanalitico si può curare il bambino autistico
Questo assunto, legato all’ipotesi di una causa non biologica dell’autismo, è stato dimostrato completamente errato da molti studi, anche di organismi importanti. Purtroppo è un falso mito duro a morire e sopravvive ancora in alcune nazioni, tra cui l’Italia.
4. Ai bambini con autismo servono solo interventi medici
Ad oggi non esiste un farmaco contro l’autismo. L’ampia gamma dei disturbi associati alla malattia richiede un intervento capace di coinvolgere fortemente la famiglia, la scuola, il territorio. Con l’età adulta occorre inoltre facilitare le esperienze lavorative, di autonomia personale e sociale. Alcuni farmaci possono, però, essere utilmente impiegati per contrastare l’iperattività, l’aggressività o le ossessioni, tutti sintomi spesso associati all’autismo.
5. L’autismo passa con la crescita
Un intervento precoce aumenta le probabilità di successo della terapia e, per ogni bambino autistico, permette di raggiungere il proprio massimo potenziale di autonomia e conoscenze, agevolandone così la vita da adulto. In mancanza di terapia o in caso d’intervento tardivo, le possibilità per una vita autonoma si riducono fortemente.
6. Nessuna terapia è veramente utile: in pratica, non c’è nulla da fare
In realtà, studi scientifici rigorosi dimostrano che un intervento comportamentale intensivo è in grado di migliorare le capacità relazionali, comunicative e di autonomia dei ragazzi autistici, favorendone una migliore qualità di vita.
7. L’autismo è un disturbo molto raro
Dati recenti segnalano come l’autismo colpisca 1 bambino ogni 150 nati, e sarebbero oltre 350.000 le persone con autismo in Italia. Tuttavia, l’apparente normalità fisica di molte di loro non ne facilita il riconoscimento e può indurre a ritenere queste persone solamente “bizzarre” o socialmente inadeguate.
8. Un bambino autistico è, in realtà, un genio
I bambini con autismo possono presentare alcune capacità sorprendenti insieme ad alcuni deficit marcati: un bambino può ricordare il compleanno di tutti i suoi compagni di classe e tuttavia non riuscire a usare correttamente i pronomi personali “io” o “tu”. Un bambino può leggere formalmente in modo perfetto, ma non capire nulla di ciò che ha letto. I bambini con autismo mostrano una grande variabilità in termini di quoziente intellettivo, ma molti di loro presentano deficit cognitivi evidenti e solo una piccola percentuale ha un quoziente intellettivo superiore alla media.
9. Se il bambino parla, non può essere autistico
Il linguaggio è una delle aree spesso compromesse nel bambino con autismo, ma a volte è possibile ritrovare una forma di linguaggio evoluta, anche se può risultare limitata nel numero di parole usate, nella correttezza o nella capacità espressiva.
10. Per aiutare un bambino autistico basta l’amore
In realtà, oltre all’amore occorre una competenza tecnica specifica nei programmi di trattamento riabilitativo. Al pari di tutte le altre persone, le differenti individualità, capacità, difficoltà e i diversi àmbiti di vita rendono indispensabili una formazione specifica e una buona esperienza pratica per poter operare e comprendere adeguatamente ogni persona con autismo.

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