Le strategie più efficaci e le tecnologie più innovative per favorire l’inclusione delle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) (se ne legga approfonditamente nel box in calce), con uno spazio specifico riservato alle esperienze consolidate in àmbito scolastico e lavorativo in Italia, e una panoramica sullo scenario internazionale, in particolare sul contesto anglosassone: verterà su questo il convegno intitolato Strategie e tecnologie per l’inclusione, organizzato per mercoledì 17 gennaio a Milano (Samsung District Smart Arena, Via Mike Bongiorno, 9, ore 16.30) dall’Associazione Una città che…, promotrice del Premio Letterario Una città che scrive, con il patrocinio dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), della Fondazione Italiana Dislessia e del Comune di Milano.
Tra i relatori, è prevista la partecipazione di Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali, alla Salute e ai Diritti del Comune di Milano, oltreché di rappresentanti di IBM e Axia, che sono state tra le prime aziende italiane a dotarsi del marchio Dyslexia Friendly.
Interverranno inoltre docenti, ricercatori e giovani studenti brillantemente inseritisi nel mondo del lavoro. Un laboratorio di robotica a numero chiuso, con metodologie di comunicazione aumentativa, sarà infine a disposizione dei bambini. (S.B.)
È disponibile a questo link il programma completo del convegno. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AID (Anna Morabito), amorabito@lifecommunication.agency.
La dislessia, gli altri disturbi specifici dell’apprendimento e l’AID
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.
L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata nel 1997 con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima colpisca circa 1.900.000 persone. L’Associazione lavora in particolare per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate ai DSA. È aperta ai genitori e ai familiari di bambini dislessici, ai dislessici adulti, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici). (S.B.)