«Oggi il quotidiano “Avvenire” apre con un coraggioso editoriale di Francesco Riccardi, intitolato Tante promesse e un vero scandalo. Invalidi dimenticati. Questa testata è l’unica che in queste prime battute di campagna elettorale abbia indicato con desolante chiarezza l’assenza del tema della disabilità nei programmi di partiti e movimenti che si presentano agli italiani».
Si apre così una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che soffermandosi ancora sull’articolo citato, rileva come «il giornalista attiri l’attenzione sull’importo emblematico della pensione riservata agli invalidi civili, quei 282 euro così lontani dai minimi pensionistici richiesti o promessi per altre situazioni. La disabilità, proprio a causa dell’esclusione che le persone e le famiglie subiscono, proprio a causa dell’inadeguatezza di servizi di sostegno a domicilio, proprio a causa di maggiori costi che rimangono a loro carico, proprio a causa dell’esclusione, della rinuncia e della marginalizzazione nel mondo del lavoro, è una delle prime cause di impoverimento. E non solo economico. È quindi condivisibile la sorpresa di Riccardi: come mai questa sperequazione, questa marginalità non entrano nei programmi elettorali con la stessa enfasi di altre promesse?».
«E tuttavia – prosegue la FISH – le lacune sono ancora più ampie e vanno al di là della stessa legittima e sostenibile istanza, che condividiamo, di un adeguamento, congruo e selettivo, delle pensioni agli invalidi. È l’abbandono e la lentezza delle politiche per la disabilità che sono la dimostrazione dell’assenza di una visione inclusiva della nostra società, delle nostre comunità. È la delega (che non è tale) alle famiglie, al volontariato, al buon cuore dell’assistenza, della cura riparatoria e consolatoria, che poco ha a che spartire con i diritti umani, con la possibilità di partecipare in condizioni di pari opportunità. Quel risibile e offensivo importo, dunque, è solo l’aspetto più evidente. Manca infatti un piano per la non autosufficienza, per aggredire lo stato in cui versano milioni di persone con necessità di supporto intensivo. Mancano interventi seri (non prese in giro come quelle previste nell’ultima Legge di Bilancio), che non solo valorizzino i caregiver familiari, ma prevedano coperture previdenziali e di malattia certe. Mancano robuste misure di welfare aziendale, di flessibilità lavorativa, che evitino ai familiari, in particolare alle donne, di dover abbandonare il lavoro per assistere un familiare. Manca la volontà di sostenere progetti per la vita indipendente delle persone con disabilità, anche di quelle solo parzialmente in grado di autodeterminarsi».
«Ma prima ancora – viene sottolineato dalla Federazione – è assente dalla prospettiva immediata una radicale revisione dei percorsi di riconoscimento della condizione di disabilità. Oggi è ancora una modalità improntata al pregiudizio e alle distorsioni: la persona con disabilità è un potenziale truffatore, un “furbetto”. Oppure è un malato da proteggere e da cui proteggersi. Non è una risorsa, non è una persona con le sue caratteristiche o le sue peculiarità. Il risultato è un percorso kafkiano, costoso, conflittuale, inutile a descrivere le diverse situazioni personali e a contribuire a costruire un progetto di vita e a realizzarlo con strumenti e misure adeguate. E questo per tacere di tutto ciò che rimane perennemente procrastinato e che rende faticosa e umiliante la quotidianità delle persone con disabilità: politiche e servizi per l’inclusione lavorativa, fruibilità dei sistemi di trasporto pubblico locale, accessibilità di ausili tecnologicamente avanzati, accessibilità alle risorse culturali, qualità dell’inclusione scolastica e molto altro di una lista che appare lacrimevole quanto lettera morta».
«Su ciascuno di questi intrecciati risvolti – conclude la nota -vi sono anche da parte nostra proposte sostenibili, riflessioni articolate, volontà di partecipare, ma se prevalgono la disattenzione e il silenzio, un reale cambiamento continua ad appartenere al mondo dei sogni. Per non dare comunque adito ad alibi di sorta, abbiamo deciso di pubblicare nel nostro sito un appello a tutte le forze politiche per un impegno concreto sulla disabilità».
Di tale appello (disponibile integralmente a questo link), riprendiamo nel box in calce l’introduzione e le premesse, ricordando poi i vari paragrafi in cui è diviso, ovvero: Riconoscimento della condizione di disabilità – Politiche e servizi per la vita indipendente e l’inclusione nella società – Non autosufficienza e servizi di supporto intensivo – Riconoscimento del ruolo del caregiver familiare – Diritto alla salute – Violenza di genere e disabilità – Diritto allo studio – Inclusione lavorativa – Diritto alla mobilità – Accessibilità alle nuove tecnologie – Diritto all’informazione – Accesso alla cultura – Protezione civile – Cooperazione internazionale – Sistemi statistici e monitoraggio sui diritti umani – Partecipazione politica e civile. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
Elezioni 2018. Appello della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) alle forze politiche – Bandire la segregazione, combattere l’abbandono, dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale*
Esiste già e per tutti un riferimento ideale, etico e politico nell’impianto valoriale della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, già ratificata dal nostro Paese con la Legge 18/09.
Sono vigenti anche indicazioni operative e condivise per rendere concreti i princìpi e i valori della Convenzione ONU: è il Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, adottato con Decreto del Presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 dicembre 2017 (n. 289).
Ma nonostante questi strumenti normativi e impegni politici, nonostante alcune buone norme e altrettanti pronunciamenti della Corte Costituzionale, le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione nella società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia e in diversi momenti della loro vita.
Per queste ragioni il movimento delle persone con disabilità e dei loro familiari, chiede con determinazione un impegno non episodico nella direzione delle politiche e dei servizi inclusivi.
Le premesse
° Considerare la promozione dei diritti umani delle persone con disabilità in tutte le politiche, i programmi, i servizi non solo quelli di diretto interesse della disabilità.
° Adottare tutte le misure appropriate, compresa la congruente normazione, per modificare o abrogare qualsiasi legge, regolamento, uso o prassi che costituiscano discriminazione nei confronti di persone con disabilità.
° Riconoscere i preziosi contributi, esistenti e potenziali, delle persone con disabilità in favore del benessere generale e della diversità delle loro comunità, e del fatto che la promozione del pieno godimento dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della piena partecipazione nella società da parte di tutti accresce il senso di appartenenza ed genera significativi progressi nello sviluppo umano, sociale ed economico della società e nello sradicamento delle povertà.
*Il testo integrale è disponibile a questo link.