«Al momento della presentazione del nostro Centro Antidiscriminazione, immaginavamo di ricevere un migliaio di richieste all’anno. Abbiamo invece superato ampiamente quella cifra, segno che tra le persone con disabilità e loro familiari c’è un grande bisogno di informazioni e sostegno per vedere tutelati i propri diritti».
A dirlo è Alberto Fontana, presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in riferimento ai primi due anni di attività del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, presentato ufficialmente nel mese di giugno del 2015 e dedicato a colui che fu direttore responsabile di «Superando.it» sino alla sua scomparsa, alla fine del 2014.
Due erano stati gli obiettivi dichiarati esplicitamente, ovvero da una parte far crescere la consapevolezza delle persone con disabilità nel riconoscere e individuare le situazioni di discriminazione vietate dalla legge (e segnatamente dalla Legge 67/06, che ha sancito la discriminazione fondata sulla disabilità), arrivando dall’altra parte a contrastare concretamente tali situazioni, attraverso interventi legali, se necessario anche di natura stragiudiziale, ricorrendo alle aule dei tribunali.
Ebbene, nel corso dei primi due anni di attività, il Centro della LEDHA ha ricevuto esattamente 2.543 segnalazioni da tutta la Lombardia, giunte da persone con disabilità, da loro familiari o da Associazioni, per segnalare presunti episodi di discriminazione basati sulla disabilità. Tra tutti, quelli di reale discriminazione gestiti dai legali del Centro sono stati 470, quasi uno al giorno, considerando solo i giorni feriali.
Per quanto poi riguarda le tematiche di intervento, al primo posto si collocano di gran lunga la scuola e il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità, con 398 richieste di intervento. A seguire gli interventi legati al tema della compartecipazione delle spese (146), i casi di discriminazione sul lavoro (138) e l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie (104).
Nella maggior parte delle situazioni, l’attività dei legali si è concentrata sulla consulenza (893 volte) e sull’assistenza legale stragiudiziale (207). I ricorsi presentati in tribunale, invece, sono stati 65.
«Questi dati – commenta Fontana – ci dicono che la discriminazione è un elemento quotidiano nella vita delle persone con disabilità, anche se siamo consapevoli che questi numeri rappresentano solo la punta dell’iceberg. In questi due anni il livello di percezione della discriminazione stessa si è sicuramente alzato, così come è cresciuto il livello di conoscenza del nostro Centro. Al tempo stesso, però, ancora troppe persone con disabilità e loro familiari vivono situazioni di discriminazione, spesso senza averne una piena consapevolezza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).