Domenica 21 gennaio sono giunti a Falcade i circa ottanta non vedenti, fondisti e discesisti, che sono i protagonisti della trentacinquesima Settimana Bianca per sciatori ciechi, organizzata dall’ADV (Associazione Disabili Visivi). Il giorno successivo si sono aggiunti al gruppo una sessantina di istruttori che li guideranno fino a sabato 27 sulle meravigliose discese del comprensorio del San Pellegrino e sulla fantastica pista di fondo “Pietro Scola” di Falcade.
Gli “occhi di ricambio” sono gli istruttori dei vari Corpi dello Stato e anche numerosi volenterosi civili. Le ciaspe si alterneranno agli sci per consentire anche delle bucoliche passeggiate nei boschi.
In questi giorni, dunque, sulle nevi del comprensorio veneto, si possono vedere una serie di coppie fisse di sciatori, tanto fedeli al loro abbinamento, da non sciare mai separatamente. Per uno dei due, la separazione sarebbe impossibile, dato che senza poter vedere o vedendo molto poco, non potrebbe praticare questo sport.
Giulio Nardone, presidente dell’ADV, ricorda ancora la prima Settimana Bianca organizzata dalla propria Associazione, quella del 1983: «Ero riuscito – dice – a convincere tre nostri associati non vedenti, due ragazzi e una ragazza, che, se ero stato capace io, molto meno giovane di loro, ad imparare le tecniche dello sci di discesa, valeva la pena di provare, anche se fino ad allora, a parte i montanari, ero il solo cieco “cittadino” a scendere sulle piste!». Ed evidentemente l’idea era buona, se da tre ciechi si è passati rapidamente a trenta e poi fino a un centinaio, cosicché la manifestazione della ADV è diventata ormai da tempo la più importante del genere a livello europeo. Nardone le ha organizzate e ha partecipato a tutte, sia le prime due a Rocca di Cambio, in Abruzzo, sia alle trenta di Alleghe, che alle ultime tre a Falcade.
«È bellissimo – sottolinea – l’affiatamento che si crea fra il non vedente e la guida, soprattutto nello sci di discesa: provate soltanto a immaginarvi di camminare ad occhi chiusi in un posto che non conoscete, seguendo le indicazioni di una voce: molti normovedenti che hanno fatto la prova non sono andati al di là di pochi metri e poi il panico ha vinto. Pensate poi a fare lo stesso fendendo l’aria e aggredendo uno spazio ignoto con dislivelli e curve, a 30 o più chilometri l’ora. Si tratta proprio di acquisire un buon affiatamento e, soprattutto, di fidarsi “ciecamente” della guida!».
Per le guide è necessario – oltre che avere una padronanza assoluta delle tecniche dello sci – anche tenere ben presente quanto appreso nei corsi di formazione, essere concentrati e vigili in ogni istante, affinché i comandi siano quelli esatti e dati al momento giusto. Tutte provengono dai Corpi dello Stato (Carabinieri Forestali, Finanzieri di Predazzo, Poliziotti di Moena, Vigili del Fuoco di Belluno e dintorni, Alpini della Tridentina), ma sono anche civili ed ex appartenenti agli stessi Corpi dello Stato che, pur essendo in pensione, vogliono proseguire in questa attività con quelli che ormai sono diventati i loro amici “a luci spente”. E c’è pure qualcuno che si prende le ferie per essere della partita!
Nell’arco di un trentennio l’ADV ha avviato alla pratica dello sci parecchie centinaia di non vedenti e non sono pochi quelli che sono passati dallo sci amatoriale a quello agonistico, conquistando medaglie anche d’oro alle Paralimpiadi e ai Campionati del Mondo.
Tra i fondisti ve ne sono una decina che intendono impegnarsi a perfezionare la loro tecnica e migliorare le loro prestazioni sportive, mentre altri si accontentano di qualche ora di attività, dedicando il resto del tempo a passeggiate con le ciaspe nei profumati boschi dei dintorni di Falcade.
Un’organizzazione così complessa, tuttavia, non potrebbe essere affrontata se non con la collaborazione attiva e generosa dell’Amministrazione Comunale di Falcade, dell’Hotel Cristal e grazie alla sponsorizzazione di Luxottica e dei più rinomati marchi presenti nelle Province di Treviso e di Belluno (De Longhi, Tecnica, Sportful, Amersports), i cui prodotti premieranno gli sciatori non vedenti nella serata di chiusura.
L’età dei partecipanti? Va dai 20 ai 60 anni, ma nel tempo ci sono stati anche ragazzini di 9 anni e “giovincelli” di 80, provenienti da tutte le Regioni d’Italia. E anche questo è un aspetto importante: favorire lo scambio intergenerazionale e la socializzazione, non sempre agevole per chi ha problemi negli spostamenti.
«E poi – conclude Nardone – vi è la calda accoglienza delle genti venete e il dolce suono di questo dialetto gentile che, insieme ai genuini antichi sapori, riscalda il cuore e lo stomaco!».