«A un mese dalle consultazioni elettorali, il destino della Sanità Pubblica non sembra trovare spazio nel dibattito tra gli schieramenti in campo»: lo scrive in un intervento pubblicato da «The Huffington Post» Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, che è stata costituita alcuni anni fa dall’Associazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze e che nel 2013 ha lanciato il programma Salviamo il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), oltre ad avere recentemente prodotto il proprio Secondo Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale 2016-2025.
«Se a conclusione dell’indagine sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale – prosegue Cartabellotta – , la 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato ha affermato che è indispensabile riportare il Servizio Sanitario Nazionale al centro dell’agenda politica, con un ruolo da prim’attore economico e sociale, la domanda sorge spontanea: quali forze politiche hanno realmente a cuore la Sanità Pubblica e stanno predisponendo un concreto “piano di salvataggio” per il Servizio Sanitario Nazionale, conquista sociale irrinunciabile dei cittadini italiani? Ovvero, tra quelli che aspirano a governare il nostro Paese, chi saprebbe rispondere in modo affermativo a una serie di nostre domande?».
Il Presidente di GIMBE pone dunque i seguenti dodici quesiti a tutti coloro che vorranno governare, dopo le Elezioni Politiche del 4 marzo:
«1. Saremo in grado di prendere tutte le decisioni politiche, non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali, facendoci guidare dalla salute delle persone?
2. Riusciremo a offrire ragionevoli certezze sulle risorse da destinare alla Sanità, mettendo fine alle periodiche revisioni al ribasso e, soprattutto, di rilanciare il finanziamento pubblico?
3. Riusciremo a potenziare le capacità d’indirizzo e verifica del Ministero della Salute sulle Regioni, nel pieno rispetto delle loro autonomie?
4. Sapremo gettare le basi per costruire un Servizio Socio-Sanitario Nazionale, consapevoli che i bisogni sociali sono strettamente correlati a quelli sanitari?
5. Avremo il coraggio di ridisegnare il perimetro dei LEA [Livelli Essenziali di Assistenza, N.d.R.] in base alle evidenze scientifiche e al rapporto costo-efficacia degli interventi sanitari, oltre che ridefinire le spese mediche detraibili a fini IRPEF secondo gli stessi criteri?
6. Riusciremo a eliminare il balzello del superticket e a definire criteri di compartecipazione alla spesa sanitaria equi e omogenei su tutto il territorio nazionale?
7. Sapremo avviare un piano nazionale di prevenzione e riduzione di sprechi e inefficienze, per disinvestire e riallocare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi?
8. Avremo il coraggio di attuare un riordino legislativo della sanità integrativa, al fine di tutelare i cittadini ed evitare derive consumistiche e di privatizzazione?
9. Saremo in grado di regolamentare adeguatamente l’integrazione pubblico-privato e l’esercizio della libera professione?
10. Riusciremo a destinare almeno l’1% del Fondo Sanitario alla ricerca clinica e organizzativa di cui il Servizio Sanitario Nazionale ha realmente bisogno?
11. Sapremo davvero rilanciare le politiche per il personale e programmare adeguatamente il fabbisogno di medici, di specialisti e altri professionisti sanitari?
12. Saremo capaci di avviare un programma istituzionale d’informazione scientifica per cittadini e pazienti per smentire fake-news [“notizie-bufala”, N.d.R.], ridurre il consumismo sanitario e facilitare decisioni condivise?».
«Considerato – conclude Cartabellotta – che il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere condizionato da ideologie partitiche, ma deve essere garantito a tutte le persone, nell’àmbito delle attività del nostro Osservatorio, i programmi elettorali di tutte le forze politiche sono attualmente oggetto di analisi comparativa sulle proposte relative a Sanità, Welfare e Ricerca, perché il nostro slogan “salute prima di tutto, sanità per tutti” è condicio sine qua non, oltre che per il benessere delle persone, anche per la ripresa economica del Paese». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@gimbe.org (Roberto Luceri).