«La disabilità non è una scelta, la nostra attitudine sì»: questa espressione è alla base della rassegna cinematografica denominata Vite extra-ordinarie, che ha preso il via il 12 febbraio scorso con la proiezione del celebre film di David Lynch The Elephant Man nella Sala MediCinema del Policlinico Gemelli di Roma.
L’iniziativa è stata promossa dal Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ed è nata da un’idea del Centro di Malattie Rare e Difetti Congeniti della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli.
Ogni film del ciclo, dunque, tratta una condizione legata alla disabilità che viene presentata, per gli aspetti puramente clinici, da un esperto. Al termine della proiezione segue una riflessione sull’aspetto umano, relazionale e sociale della trama, curata da un neuropsichiatra infantile specialista di problematiche relazionali e da una specialista di problematiche sociali.
Si delineeranno così, via via nel corso degli incontri, le caratteristiche cliniche della sindrome di Proteus, della distrofia muscolare di Duchenne, della SLA (sclerosi laterale amiotrofica), della sindrome di Pompe, della sindrome di Morquio, della sindrome di Down e della paralisi cerebrale, e si rifletterà sulla diversità, sull’amicizia, sull’amore, sulla reciprocità, sulla speranza di guarire, sul confine tra vita e morte.
Le riflessioni saranno guidate da Paolo Mariotti, dirigente medico dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, e da Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).
«Questa rassegna cinematografica – spiega Giuseppe Zampino, responsabile del Centro di Malattie Rare e Difetti Congeniti del Policlinico Gemelli – vuole essere un metodo didattico che ha come obiettivo quello di veicolare le informazioni puramente cliniche, con il coinvolgimento emotivo suscitato dal film. Questo è specialmente utile nelle Malattie Rare che, considerate “di nicchia”, spesso non ricevono particolare interesse o non rimangono nella memoria. L’idea di associare un’emozione all’informazione rende infatti il ricordo della condizione più duraturo. Inoltre, capitalizzando sulle problematiche relazionali comuni della disabilità che investono la maggior parte delle numerose condizioni rare disabilitanti, l’approccio a tali condizioni sarà meno preoccupato, poiché a dispetto della rarità vi è una comunanza di vissuti e di problemi da affrontare. Questa rassegna ha il compito quindi di fare entrare lo spettatore nell’intenso mondo della disabilità e attraverso questo indurlo a riflettere sulla propria esistenza».
Il primo appuntamento, com’è detto, è stato il 12 febbraio. Ora si proseguirà il 12 marzo (ore 17-20, come per tutti gli appuntamenti successivi) con Basta guardare il cielo di Peter Chelsom (12 marzo), per continuare con Qualcosa di buono di George C. Wolfe (19 marzo), Misure straordinarie di Tom Vaughan (9 aprile), L’ottavo giorno di Jaco van Dormael (16 aprile) e Il mio piede sinistro di Jim Sheridan (7 maggio).
Da segnalare infine che la proiezione di Inside I’m Dancing di Damien O’Donnell, prevista per oggi, 26 febbraio, è stata annullata e rinviata a data da destinarsi. (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione l’Ufficio Stampa dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: claudia.schirru@unicatt.it.
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