L’Istituto INVAT è un sogno divenuto realtà

di Franco Lisi*
Nato lo scorso anno, l’INVAT (Istituto Nazionale di Valutazione Ausili e Tecnologie), nuovo Ente collegato all’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), ha come scopo precipuo quello di valutare e promuovere sul territorio gli ausili e le strumentazioni volti a favorire l’autonomia personale e la mobilità autonoma delle persone cieche e ipovedenti. «È un sogno divenuto realtà - scrive il direttore generale Franco Lisi - e ora l’auspicio è che l’Istituto possa diventare un’Autorità Nazionale riconosciuta nel campo dell’accessibilità della tecnologia intesa nell’accezione più ampia»
Persona non vedente al computer
Una persona con disabilità visiva al computer

Al termine di una gestazione lunga e meditata, è nato il 31 maggio dello scorso anno, assumendo successivamente forma e sostanza, il neonato Istituto di  Valutazione degli Ausili e delle Tecnologie.
INVAT: questo è il suo acronimo ed un sogno che finalmente ha trovato concretezza, un sogno divenuto realtà!
Abbandonata infatti già da qualche anno l’esperienza di distribuzione di ausili per non vedenti – esperienza rivelatasi fruttuosa, ancorché necessaria, nel periodo storico e sociale nel quale ha avuto la sua ragion d’essere – Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti) e la Direzione della stessa UICI hanno proceduto alla costituzione e alla realizzazione di questa nuova entità collegata, arrivata nel momento in cui ce n’era un forte bisogno.

L’INVAT ha quale scopo precipuo quello di valutare e promuovere sul territorio gli ausili e le strumentazioni volti a favorire l’autonomia personale e la mobilità autonoma delle persone cieche e ipovedenti. Questo in particolare attraverso attività di:
° sperimentazione, verifica, collaudo e promozione di nuove tecnologie di assistenza per non vedenti;
° tutela informativa dell’utenza attraverso la pubblicazione di schede esplicative sui vari prodotti tiflologici e tiflotecnici;
° tutela dell’uso del sistema Braille, con specifiche funzioni di controllo e certificazione a livello nazionale;
° fornitura di pareri ufficiali sulla scrittura in Braille sulle confezioni farmacologiche ai sensi delle normative vigenti;
° collaborazione con le Pubbliche Autorità per la valutazione degli ausili tiflotecnici  ai fini dell’applicazione del criterio di riconducibilità al Nomenclatore Tariffario delle prestazioni sanitarie protesiche (Decreto Ministeriale 332/99);
° orientamento e informazione rivolta agli operatori del settore, con particolare riguardo ai dispositivi di cui ai punti precedenti.

L’Istituto si occuperà dunque di affrontare tutte quelle tematiche tecniche relative all’accessibilità, alla fruibilità e all’usabilità delle tecnologie, con l’intento di coprire lo spettro più ampio possibile dei settori più disparati nei quali ormai le tecnologie stesse hanno assunto un ruolo pregnante, potremmo dire quasi insostituibile, nella vita quotidiana. Nello specifico si farà carico di valutare:
1) elettrodomestici di uso più comune (lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, forni microonde, ecc.);
2) dispositivi hardware e software più strettamente informatici;
3) l’accessibilità di applicazioni per diverse piattaforme operative, siti web, piattaforme di e-commerce, servizi pubblici e privati, servizi bancari e finanziari.

Si tratta di obiettivi decisamente ambiziosi, ma da perseguire con determinazione e autorevolezza. Viviamo infatti in un momento storico nel quale le tematiche inerenti il concetto dell’accessibilità sono di strettissima attualità e oggetto di ampi dibattiti: in tal senso, la rete pullula di informazioni, talvolta ridondanti e contraddittorie. Saper scegliere ciò che è usabile e ciò che è funzionale alle proprie esigenze risulta spesso un’impresa ardua per tutti, anche per gli esperti.
L’UICI non poteva rimanere inerte e insensibile dinanzi a tanto disorientamento. Ha voluto quindi creare l’INVAT quale strumento guida per i soci e per tutti coloro che intendano districarsi in sicurezza e con maggior disinvoltura dentro questo ginepraio disseminato di trabocchetti e di insidie, senza incorrere in acquisti frettolosi e inopportuni.
Per poter operare con autorevolezza ed efficacia, il nuovo Istituto si avvarrà di collaborazioni qualificate, da ricercarsi in primo luogo all’interno dell’UICI e degli Enti ad essa collegati, con i quali sono già stati stipulati protocolli d’intesa per la condivisione di risorse e competenze.
Saranno altresì individuate di volta in volta risorse umane ed eccellenze appartenenti a specifici settori del mercato del lavoro che caratterizza il tessuto produttivo del nostro Paese.
L’intento di un team di esperti sarà quello di lavorare sinergicamente al fine di produrre modelli di validazione rigorosi, scientificamente qualificati e oggettivamente condivisi; modelli con i quali poter esaminare con la lente di ingrandimento qualsiasi dispositivo hardware o software che sia.

Attualmente, la struttura operativa dell’INVAT è costituita da un Consiglio Direttivo capitanato dal presidente nazionale dell’UICI Mario Barbuto, affiancato da due Consiglieri nelle persone di Marino Attini, presidente dell’UICI di Trieste e da Sabato De Rosa, esperto di ausili e tecnologie dell’Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna.
Nella sua prima seduta, il Consiglio ha proceduto come previsto dallo Statuto alla nomina di un direttore generale nella persona di chi scrive [Franco Lisi, direttore scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano, N.d.R.] e di un segretario nella persona di Francesca Zanni dell’Istituto Cavazza. Nella stessa seduta si è ravvisata l’esigenza di nominare anche un direttore scientifico e la scelta è caduta sulla persona di Marco Mattioli, ingegnere ed esperto scientifico dello stesso Istituto.
Due le sedi operative istituite, una legale ubicata presso gli uffici dell’UICI Nazionale in Via Borgognona a Roma e una operativa presso l’Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna.

Altri importanti obiettivi che l’INVAT intende perseguire attengono al settore della consulenza da offrire ad enti e aziende che desiderino avvalersene nell’àmbito delle tematiche dell’accessibilità universale, al fine di certificare i propri processi produttivi.
La formazione, l’informazione e la sensibilizzazione a tutto tondo sono ulteriori settori d’azione nei quali investire energie e risorse.

Un ultimo auspicio è che il nostro Istituto possa diventare punto di riferimento, Autorità Nazionale riconosciuta nel campo dell’accessibilità della tecnologia intesa nell’accezione più ampia. E solo allora, questo sogno, divenuto realtà, troverà piena concretezza e la missione potrà dirsi attuata.

Direttore scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano.

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