«Il diritto di accesso ai livelli superiori dell’istruzione per le persone con disabilità e DSA (disturbi specifici di apprendimento) è riconosciuto e garantito dalle Università italiane. Per le cosiddette lauree abilitanti, tale diritto deve essere perseguito nella prospettiva del necessario bilanciamento con altri interessi parimenti riconosciuti nella Carta Costituzionale italiana. Nella consapevolezza, quindi, che alcune condizioni fisiche o psichiche possono interporre ostacoli allo svolgimento di determinate mansioni, assume particolare rilievo il dovere degli Atenei di formare professionisti in grado di svolgere compiutamente il proprio ruolo professionale. In termini più generali, è in gioco la responsabilità che il mondo accademico si assume – abilitando i propri laureati allo svolgimento di una determinata professione – nei confronti dei soggetti terzi che di quei laureati saranno pazienti o discenti e, più in generale, nei confronti della società».
È nata da queste considerazioni l’idea del CALD (Coordinamento Atenei Lombardi per la Disabilità) e del CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità) di affrontare tali tematiche durante una giornata di riflessione che possa promuovere un confronto tra le diverse esperienze maturate nelle università italiane e a livello internazionale, nonché individuare le problematiche più significative e le possibili soluzioni.
Tale incontro si intitolerà Problemi e soluzioni per gli studenti con disabilità e DSA nelle lauree e nei percorsi abilitanti e si terrà il 6 luglio a Milano, presso l’Auditorium Testori della Regione Lombardia.
«L’iniziativa – sottolinea Giuseppe Arconzo, associato di Diritto Costituzionale e delegato del Rettore per le Disabilità e i DSA all’Università di Milano – si pone l’obiettivo di ragionare su una questione estremamente complessa e delicata: le condizioni fisiche o psichiche possono, in alcuni casi, precludere o rendere estremamente problematico lo svolgimento di una determinata professione? E se così è, come devono comportarsi gli Atenei quando studenti con disabilità si iscrivono a corsi di studio che aprono la strada a percorsi professionali che paiono incompatibili con la loro condizione fisica? Il tema del convegno di luglio si presterà ad essere affrontato in una prospettiva multidisciplinare (giuridica, psicologica, filosofica, bioetica, pedagogica, medica, sociologica, economica, ecc.) e sarà aperto, oltreché al mondo scientifico e accademico, anche alle Associazioni, alle Istituzioni e a tutti coloro che riterranno di potere apportare un contributo significativo alla riflessione. In tal senso è possibile presentare un proprio contributo entro il 21 maggio prossimo (a: convegno6luglio2018@gmail.com), che verrà poi vagliato dal Comitato Scientifico del convegno».
L’incontro si strutturerà su tre sessioni, precedute da alcune relazioni introduttive che affronteranno a livello nazionale e internazionale le questioni più delicate. Una preziosa occasione di confronto sarà data in particolare dall’intervento di Lisa Meeks, proveniente dagli Stati Uniti (University of Michigan Medical School) e presidente della Coalition for Disability Access in Health Service and Medical Education.
Ogni sessione, ricordiamo in conclusione, affronterà una diversa macrotematica, vale a dire: a) La ricerca del bilanciamento tra il diritto all’istruzione universitaria di ogni studente con disabilità e DSA e la responsabilità dell’Accademia di formare professionisti competenti e capaci di svolgere la professione per la quale saranno abilitati; b) La gestione delle diverse fasi del percorso universitario degli studenti con disabilità e con DSA; c) La promozione di percorsi di partecipazione sociale nei contesti di vita e di lavoro coerenti con il corso di studi scelto. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: convegno6luglio2018@gmail.com.