Ogni anno scolastico, i docenti che hanno aderito al piano assunzionale previsto dalla Legge 107/15 [cosiddetta “La Buona Scuola”, N.d.R.] chiedono di godere delle assegnazioni provvisorie, su posti di sostegno, anche se sprovvisti della specializzazione, per tornare nelle sedi di loro residenza.
Nonostante la normativa del nostro Paese sia all’avanguardia per l’integrazione degli alunni con disabilità, non si riesce a garantire loro di essere seguiti nel percorso formativo da un insegnante specializzato. Il sostegno, infatti, è diventato una sorta di refugium peccatorum per risolvere le situazioni di difficoltà in cui si imbattono i lavoratori docenti.
In Italia ci sono migliaia di docenti specializzati tramite corsi altamente selettivi, ma il Ministero, utilizzando il sostegno come strumento per le emergenze del sistema istruzione, non li stabilizza, negando il sacrosanto diritto di continuità didattica agli alunni con disabilità.
Succede allora che si assegna una cattedra di sostegno ad un docente non specializzato, solo perché perdente posto nella stessa scuola o in una vicina, a totale discapito della qualità del sostegno che potrebbe essere fornito dai docenti specializzati, anche se precari e anche se provenienti da altre Province, in violazione dell’articolo 14, comma 6 della Legge 104/92.
In questo momento l’emergenza è fare rientrare i docenti stabilizzati con la Legge 107/15, i quali hanno volontariamente aderito ad un piano di assunzione, consapevoli dei rischi che correvano. Viene asserito da più parti che essi non avevano compreso quanto prescritto dalle norme e che sarebbero stati ingannati dalle organizzazioni sindacali. Ma è possibile credere che dei professionisti che assolvono la funzione docente non possiedano l’abilità di comprensione del testo? Perché allora altri docenti inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento (GaE), alcuni dei quali genitori di figli con disabilità, hanno deciso di rimanere in graduatoria, posticipando la loro entrata in ruolo?
E d’altro canto l’accantonamento dei posti per gli specializzati, tanto sbandierato dai sindacati che li appoggiano in tale richiesta, è qualcosa che non è realizzabile, in quanto le assegnazioni provvisorie precedono le supplenze.
Gli alunni con disabilità hanno diritto alla continuità didattica. I docenti che oggi chiedono di avere le assegnazioni provvisorie sul sostegno, nel 2015 non solo chiedevano altre soluzioni per risolvere il loro problema di mobilità, ma chiedevano di limitare i corsi di riconversione sul sostegno al fine di evitare lo svilimento della professionalità. Ma a quale professionalità si riferivano? Quella dell’insegnante di sostegno o la loro, di docenti curricolari?
È questo che vogliamo ovvero che gli alunni con disabilità siano seguiti da docenti per la maggior parte poco inclini a tale tipo di insegnamento, considerato solo un ripiego per evitare la mobilità forzata?
Il sostegno non è “l’ultima spiaggia” rispetto al trasferimento o alla disoccupazione e non è stato istituito per risolvere i problemi di mobilità o i problemi dei docenti perdenti posto.