Alunni con disabilità “dimenticati” a scuola o costretti a restare a casa

Accade a Torino, dove almeno cinquanta famiglie di bimbi e bimbe con disabilità vivono una situazione di grave disagio, rispetto al trasporto scolastico, gestito da una Società appaltatrice del Comune. A quanto pare, infatti, tale servizio non è mai partito o si sta rivelando del tutto inaffidabile. A questo punto, dopo varie proteste rimaste fino ad ora inascoltate, numerosi familiari hanno deciso di riunirsi in Comitato e di avviare una procedura legale nei confronti del Comune

«Sono la mamma di Nicolò, tredicenne affetto da tetraparesi spastica – ci scrive la signora Edith da Torino – e stiamo avendo grossi disagi con il trasporto scolastico per le persone con disabilità gestito dalla Società Tundo, azienda appaltatrice del Comune. Mio figlio viene letteralmente “dimenticato” a scuola e altri bimbi non sono riusciti a frequentare neanche un giorno di scuola. Ci stiamo aggregando con altri genitori e stiamo avviando la procedura legale, ma purtroppo nel frattempo dobbiamo sostenere una situazione di grossa difficoltà. Una mamma ha perso anche il lavoro, a causa di questo disservizio».

La denuncia della signora Edith non è certo isolata, se è vero che a occuparsi nei giorni scorsi di tale grave situazione è stato anche il «Corriere della Sera», pubblicando il pezzo intitolato Sono cinquanta i bimbi disabili ancora senza il bus scuola-casa, che esordisce così: «Ogni giorno il pulmino dovrebbe accompagnarli a scuola e poi riportarli a casa. Ma per molti il trasporto non è mai partito oppure è rimasto del tutto inaffidabile. Sono tra 50 e 60 i bambini disabili che vanno avanti così dall’inizio della scuola, un mese e mezzo. E i genitori sono esasperati. Il servizio affidato alla ditta Tundo ne trasporta circa 400, dall’asilo fino alle superiori, ma ci sono 10/15 tratte che ancora non funzionano con bambini che sono stati più volte dimenticati a scuola».

Lo stesso articolo riporta poi le dichiarazioni di un’altra persona, madre di una bimba affetta da una malattia genetica, con grave ritardo psicomotorio, che informa della decisione «di riunirci in Comitato» e dell’intenzione di «denunciare il Comune che per legge deve garantire questo servizio». «Malgrado siamo sparsi in tutta la città – aggiunge -, in scuole diverse, abbiamo già raccolto una ventina. Non bastano più le parole, ci vogliono i fatti. Abbiamo mandato decine di mail di protesta, per molti giorni abbiamo aspettato risposte che non arrivavano mai. Ora chiediamo soluzioni concrete e immediate, dobbiamo sapere come organizzarci».

Sempre il «Corriere della Sera» raccoglie nel medesimo servizio anche le parole di Gabriele Piovano, presidente della CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà), secondo il quale si tratta di «un disagio sempre più grave», di «una situazione che deve risolversi». E naturalmente anche il nostro giornale fa proprie tali dichiarazioni, continuando a seguire con attenzione una situazione decisamente inaccettabile. (S.B.)

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