«Da tempo proponiamo nelle scuole progetti di questo genere e i risultati sono sempre apprezzabili. I ragazzi rispondono con curiosità e interesse, ponendo domande talvolta inaspettate e sempre stimolanti. Siamo convinti che questi percorsi siano utili per gli studenti, poiché li rendono fin d’ora più disponibili e meno diffidenti verso i loro compagni con disabilità visiva e offrono loro un bagaglio di esperienza che li aiuterà anche nel futuro».
Così Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), presenta il progetto A prima vista, realizzato dalla stessa UICI del capoluogo piemontese, nell’àmbito di un bando indetto dal Consiglio Regionale del Piemonte, il cui obiettivo è quello di far conoscere la vita delle persone cieche e ipovedenti agli allievi delle scuole primarie e secondarie della Provincia di Torino, tramite lezioni interattive, incontri con le persone con disabilità, laboratori ed esperienze pratiche, che consentano di mettersi per qualche istante nei panni di chi non vede o vede poco.
Centinaia saranno gli studenti coinvolti e il primo appuntamento ha già avuto un felice esito il 21 gennaio a Carmagnola.
«Quelli che proponiamo – spiegano dall’UICI di Torino – sono dei percorsi “brevi”, della durata di quattro, cinque ciascuno. Ovviamente l’obiettivo non è quello di trattare in modo esauriente tutti i temi legati alla disabilità visiva, ma piuttosto di abbattere un primo muro, aiutare gli studenti ad aprire gli occhi su una realtà poco conosciuta e, proprio per questo, spesso guardata con diffidenza o filtrata da vecchi stereotipi. Per quanto riguarda le singole mattinate di sensibilizzazione, esse saranno strutturate in diversi momenti, a partire dalla definizione stessa di disabilità visiva, nei suoi vari aspetti. I ragazzi scopriranno, ad esempio, che le parole cieco e ipovedente non sono sinonimi: la prima si riferisce a chi è completamente privato della vista, la seconda a chi ha un grave deficit visivo. Si proseguirà con le testimonianze di una o più persone con disabilità visiva, che metteranno a disposizione degli studenti la loro esperienza di vita, a partire dagli aspetti più pratici e quotidiani. E ci sarà anche il tempo per un po’ di formazione sulle tecniche più efficaci per accompagnare una persona non vedente, ad esempio quando la si incontra per la strada».
«Verrà poi il momento di imparare “sul campo” – proseguono dall’Associazione -, attraverso i laboratori, nel corso dei quali i vari gradi della disabilità visiva verranno simulati indossando bende od occhialini che limiteranno l’acuità e il campo visivo. In tal modo gli studenti proveranno a muoversi nello spazio usando gli ausili delle persone cieche e ipovedenti, come il bastone bianco. E ancora, un capitolo a parte sarà dedicato ai cani guida, sempre presenti agli incontri: è quanto mai importante, infatti, che i cittadini, fin da giovanissimi, conoscano e rispettino questi animali, insostituibili compagni di vita per chi non vede, e siano informati sulle normative di riferimento, che consentono loro l’accesso in qualsiasi luogo pubblico. Infine, prima delle domande degli studenti e di qualche breve riflessione finale, si concluderà con una panoramica sugli strumenti informatici a sostegno della disabilità visiva, che hanno dischiuso possibilità di inclusione inimmaginabili fino a pochi anni fa, e su alcuni sport accessibili a chi non vede». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).
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