Interventi abilitativi per persone con disabilità visive e disabilità plurime

Dopo l’esito quanto mai positivo di ben venticinque campi estivi condotti lo scorso anno, è entrato ora nella fase di elaborazione dei dati raccolti il progetto denominato “Net.IN Campus - NETwork Innovativi per interventi abilitativi per persone con disabilità visiva”, promosso dall’UICI allo scopo di rielaborare una metodologia operativa condivisa e standardizzata, per la realizzazione di interventi abilitativi dedicati alle persone con disabilità visiva e con disabilità plurime. E il tutto porterà alla realizzazione di un manuale, che verrà presentato nei prossimi mesi
UICI: NET.IN Campus 2018
Uno dei campi estivi promossi lo scorso anno dall’UICI, nell’àmbito del Progetto “NET.IN Campus – NETwork Innovativi per interventi abilitativi per persone con disabilità visiva”

Con il progetto denominato Net.IN Campus – NETwork Innovativi per interventi abilitativi per persone con disabilità visiva – avevamo scritto nella primavera dello scorso anno, in sede di presentazione – ci si propone di rielaborare una metodologia operativa condivisa e standardizzata, per la realizzazione di interventi abilitativi dedicati appunto alle persone con disabilità visiva e con disabilità plurime. Il tutto da sperimentare in 25 campi estivi, promossi in 18 Regioni italiane, con il coinvolgimento di oltre 640 utenti di cui 180 non vedenti, 131 ipovedenti e 330 pluridisabili, per un totale di circa 113.000 ore di attività.
Ebbene, quell’iniziativa di rilevanza nazionale condotta dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), con il sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è entrata ora nella fase di elaborazione dei dati raccolti, da parte di un gruppo di esperti, ciò che porterà all’elaborazione di un manuale da presentare pubblicamente a Roma nel prossimo mese di maggio.

«Supervisori, osservatori e operatori esperti dei vari campus – spiegano dall’UICI Nazionale – hanno attuato e monitorato interventi attraverso tecniche e strumenti che tenevano conto delle specifiche caratteristiche degli utenti. Gli operatori hanno così lavorato su ciascun ospite dei campus con modalità differenti, in relazione ai singoli livelli adattivi all’ambiente circostante, alle attività quotidiane richieste, al modo di comunicare e di relazionarsi con gli altri, osservando il raggiungimento degli obiettivi in termini di autonomia, motilità e così via».

«Uno degli elementi innovativi del progetto – sottolinea Linda Legname, responsabile dell’Ufficio Fundraising e Progettazione dell’UICI, nella quale fa anche parte della Direzione Nazionale – è che esso ha riguardato il coinvolgimento di venticinque volontari ciechi e ipovedenti, che in passato avevano partecipato ai campi come utenti. In questa occasione hanno affiancato il gruppo di lavoro, aiutando, sperimentando e mettendo a disposizione le loro capacità e la loro esperienza. La loro presenza è stata un valore aggiunto per tutti: per gli ospiti dei campus, per se stessi e per gli operatori».

«Durante lo svolgimento dei campus – raccontano ancora dall’UICI – gli operatori hanno sperimentato l’applicazione degli interventi metodologici, osservandone le differenti dinamiche e raccogliendo dati utili attraverso questionari e confronti diretti con gli utenti e gli operatori stessi. I feedback raccolti in questa prima fase di sperimentazione sono stati positivi da parte di tutte le figure professionali coinvolte: il progetto, infatti, non ha invaso le dinamiche dei singoli campi, ma, al contrario, ha permesso di raccogliere in modo metodico dati ed esperienze, approfondendo conoscenze e aspetti del percorso di abilitazione delle persone con disabilità visive e pluridisabilità».
Da tali esperienze, come detto, scaturirà il manuale che verrà presentato tra qualche mese. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Pigoni (apigoni@imageware.it).

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