Merita certamente una segnalazione l’aggiornato focus sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, presente a questo link all’interno di «Condicio.it», portale che raccoglie e analizza dati, studi e ricerche sulle condizioni di vita delle persone con disabilità. Vi si tratteggia infatti, con ricchezza di cifre e osservazioni, la storia di quel Fondo, sin dalla sua istituzione alla fine degli Anni Novanta.
Un’ampia e specifica analisi, poi, è riservata al più recente Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relativo a questo àmbito, quello cioè del 26 novembre 2018 che, come avviene annualmente, ripartisce tra le Regioni italiane le risorse afferenti al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.
«La principale novità introdotta dal Decreto di riparto 2018 – vi si scrive tra l’altro – sta nell’approvazione del Piano Sociale Nazionale 2018-2020, contenuto nell’Allegato A. Questo primo Piano Sociale viene definito come un Piano di transizione, che lascia alle Regioni e ai territori un certo margine di libertà nell’uso delle risorse trasferite».
Tra gli analizzati nel citato Piano Nazionale, che vengono sottolineati da «Condicio.it», fa riflettere quello riguardante «la costituzione di Fondi sociali specifici e aggiuntivi rispetto al Fondo nazionale per le Politiche Sociali (Fondo per le Non Autosufficienze, Fondo per il Dopo di noi, Fondo Povertà), in controtendenza con il tentativo di unificazione delle risorse e di programmazione sistematica dell’intero settore delle politiche sociali voluto dalla Legge 328/00. In proposito, occorre evidenziare che, se da una parte ciò ha permesso di iniziare a ragionare sui livelli essenziali da garantire con singoli Fondi specifici, dall’altra parte ha accentuato il rischio di frammentazione degli interventi, in assenza di un compiuto e appropriato ricorso a strumenti di ricomposizione delle prestazioni sociali intorno alla persona e ai suoi molteplici bisogni, desideri e diritti, quali il progetto personale e il relativo budget di progetto». (S.B.)