Questo è lo sport che vogliamo, inclusivo, aggregante, per tutti

di Matteo Simone*
«Lo sport è come un treno - scrive Matteo Simone, raccontando la recente “Corsa di Miguel”, manifestazione romana cui hanno partecipato anche dei giovani dell’Associazione SOD ITALIA, con speciali carrozzine - dove c’è posto per tutti, avanti o dietro, e si può salire o scendere quando e come si vuole; non c’è un’età giusta, non c’è una modalità giusta, si è sempre in tempo per salire o scendere dal treno dello sport. Questo è lo sport che vogliamo, inclusivo, partecipante, aggregante, per tutti, con ogni modalità e insieme»
"La corsa di Miduel", Roma, gennaio 2019
Un gruppo di partecipanti alla recente “Corsa di Miguel”. Al centro un ragazzo dell’Associazione SOD ITALIA. Vicini a lui (con la maglietta bianca) due componenti del SOD ITALIA Running Team

Che cos’è La corsa di Miguel? È una classica della Capitale, disputatasi il 20 gennaio scorso a Roma, una gara da non mancare in ricordo di un desaparecido argentino, Miguel Sanchez, lavoratore, runner, poeta.
Perché partecipare? Per esserci con il cuore, il corpo e la mente; per condividere un ricordo; per condividere lo sforzo e la fatica insieme, raggiungendo traguardi importanti o simbolici; un’occasione per conoscere gente uguale a noi, diversa da noi, ordinaria o straordinaria, veloce o lenta, abile o con altre abilità. Tanti incontri, tanti amici per fare parte di un team e condividere fatica e divertimento.
Perché esserci? Per incontrare amici prima della partenza, durante il percorso, dopo l’arrivo; per incontrare nuovi amici; per apprendere da se stessi mettendosi in gioco, per apprendere dagli altri diversi o più esperti.

La corsa di Miguel, una corsa speciale per favorire il più possibile l’inclusione, per permettere a tutti di esserci e di mettersi in gioco, insieme anche a persone considerate disabili, ma con una grande forza vitale, con tante altre risorse residue, con tanta voglia di esserci con proprie modalità, partecipando all’evento con le Joëlette, carrozzelle con ruota unica che permettono di avanzare camminando o correndo veloce o lentamente con l’aiuto di almeno due accompagnatori.
Ma alla Corsa di Miguel per ogni Joëlette c’era una squadra di persone, un gruppo di persone, un team che ha deciso di lasciare il cronometro a casa e di non pensare alla performance, ma solamente al benessere emotivo, affettivo, relazione, psicofisico.

Alla Corsa di Miguel era presente SOD ITALIA, l’Associazione Italiana Displasia Setto Ottica e Ipoplasia del Nervo Ottico, con i suoi atleti in Joëlette che hanno permesso a tante persone di conoscere il loro mondo e di sperimentarsi in una corsa di gruppo con coraggio. Solo chi fa sa, sa cosa significa vivere in un certo modo, in un modo diverso dall’ordinario.
Gli atleti in Joëlette sono persone straordinarie che rendono uniti famiglie e gruppi, rendono felici persone che gli stanno vicine con i loro silenzi o con i loro sorrisi, con le loro richieste strane e bizzarre, con la loro voglia di stare per strada come gli altri, scorrazzando per le vie della Capitale su piste ciclabili, su sanpietrini sopra e sotto ponti, osservando il mondo in modo diverso senza zona di confort, non a casa, non al chiuso, ma all’aperto, sotto la pioggia, sperimentando una vita ordinaria almeno per una mezza giornata.
La corsa di Miguel e è stata anche un’opportunità per SOD ITALIA di raccogliere fondi per poter comprare le Joëlette, che per il momento sono fornite gentilmente da un’altra ONLUS, Il Cammino possibile.

Tanti i protagonisti dell’evento, gente del presente e del passato, forti e meno forti, runner e ultrarunner, giovani e meno giovani. Tanti incontri e tanti amici. Vedere sorridere e divertirsi ragazzi in carrozzina e i loro genitori è un bel regalo per noi e per loro. La vita è ciclica, prendiamo ora quello che ci fa star bene.
Grazie Miguel Sanchez, grazie Valerio Piccioni, l’ideatore della manifestazione, molto sensibile, presente, coinvolgente, anch’egli runner e scrittore.
Tutto passa, tutto cambia, l’importante è cavalcare in modo resiliente l’onda del cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e prendere la direzione verso dove vogliamo andare, dove vogliamo arrivare e come, cosa vogliamo raggiungere, con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, credendo sempre più in se stessi, fidandosi e affidandosi, together is much better [“insieme è molto meglio”, N.d.R.].
Lo sport è come un treno dove c’è posto per tutti, avanti o dietro, e si può salire o scendere quando e come si vuole; non c’è un’età giusta, non c’è una modalità giusta, si è sempre in tempo per salire o scendere dal treno dello sport.
Questo è lo sport che vogliamo, inclusivo, partecipante, aggregante, per tutti, con ogni modalità e insieme.

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