«Trasmettiamo alla Commissione la seguente Memoria, a supporto di questa Audizione, chiedendo che venga acquisita agli atti, oltre che essere tenuta nella giusta considerazione. Va in premessa considerato che il Decreto Legge in oggetto non prevede, in alcuna forma e in alcun modo, l’aumento dei trattamenti assistenziali per minorazioni civili di cui siano già titolari le persone in possesso del riconoscimento del relativo status e che rientrino in specifici limiti reddituali personali. Si ritiene che tale ipotesi, ripetutamente avanzata da esponenti del Governo, debba essere oggetto di un ulteriore specifico intervento normativo con destinazione di adeguate risorse. Non di meno, considerando il provvedimento come un intervento di contrasto alla povertà assoluta e all’esclusione sociale, si ritiene che esso debba essere emendato nella direzione di considerare, con una più corretta ponderazione, la variabile della disabilità, fattore determinante della povertà relativa e assoluta, sia in termini di erogazione di sostegni economici che di politiche per favorire l’inclusione sociale [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]».
Si apre così la Memoria presentata dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nel corso dell’Audizione all’XI Commissione Permanente del Senato (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), sul Decreto Legge 4/19, riguardante Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.
In tale occasione, i rappresentanti della Federazione hanno in sostanza ripresentato i cinque emendamenti di cui avevamo già riferito nei giorni scorsi sulle nostre pagine e di cui ricordiamo qui di seguito i contenuti.
Il primo emendamento riguarda l’estensione della pensione di cittadinanza, attualmente riservata ai soli ultrasessantacinquenni che vivano soli o con un’altra persona coetanea o più anziana, anche ai casi di nuclei il cui l’ultrasessantacinquenne viva con una persona con disabilità. L’intento, in questo caso, è quello di aprire un’ulteriore “finestra” per casi di reale disagio e isolamento.
Il secondo emendamento richiede di ponderare le scale di equivalenza in modo da considerare maggiormente la persone con disabilità nel nucleo familiare, prevedendo parametri aggiuntivi. Ciò sarebbe importante sia per il calcolo delle soglie di accesso, sia per l’ammontare del reddito di cittadinanza eventualmente erogato.
Il terzo emendamento prevede un innalzamento della soglia patrimoniale (risparmi) aggiuntiva da 5.000 a 7.500 euro per le persone con disabilità più severa.
E ancora, il quarto emendamento interviene sul computo del reddito che non si può superare pena l’esclusione dalle misure. Qui si richiede in sostanza che dal calcolo del reddito familiare siano escluse le pensioni assistenziali di invalidità, cecità, sordità civile, non solo per motivi di iniquità, ma anche per evitare probabili contenziosi nei quali lo Stato soccomberebbe, dal momento che su un tema analogo si è già pronunciato il Consiglio di Stato nel 2016.
Infine, il quinto e ultimo emendamento punta sulle politiche per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, da una parte «condizionando i benefìci previsti dal Decreto Legge per i datori di lavoro al rispetto degli obblighi previsti dalla Legge 68/99, onde evitare che le nuovi assunzioni ne dilatino ulteriormente il rispetto»; dall’altra parte «ammettendo il cumulo dei benefìci del Decreto Legge con gli incentivi previsti dalla Legge 68/99 in modo da aumentare e rendere concorrenziale l’occupabilità delle persone iscritte alle liste speciali ex Legge 68/99». (S.B.)
A questo link è disponibile (al momento solo in formato foto) il testo integrale della Memoria presentata dalla FISH all’XI Commissione Permanente del Senato. A quest’altro link, invece, si può accedere alle varie Memorie presentate da numerosi enti e organizzazioni del mondo istituzionale, produttivo, sindacale e associativo.