1. Occorre abrogare gli istituti giuridici dell’interdizione e dell’inabilitazione, prevedendo come unica misura di protezione giuridica l’amministrazione di sostegno, modificata però in maniera tale che garantisca i diritti, la volontà e le preferenze di ciascuna persona con disabilità, senza in nessun modo sovrapporsi o sostituirsi alla persona.
2. Occorre riconoscere nel nostro ordinamento giuridico e nella prassi amministrativa, il “processo decisionale supportato” delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e/o non in grado di intendere o di volere.
3. Occorre inserire in tutte le norme, direttive, linee guida ecc. che è un diritto delle persone con disabilità l’acquisizione di processi di autodeterminazione e la possibilità di avere sostegni formali ed informali, per la manifestazione dei propri desideri, bisogni e aspettative nella sua presa di decisioni.
4. Occorre inserire in tutte le norme, direttive, linee guida ecc. che è un diritto delle persone con disabilità vedersi predisposti gli strumenti e le condizioni atte a garantire un effettivo e possibile “processo decisionale supportato” e un sistema di sostegno basato sulla migliore interpretazione dei desideri, predisponendo un’idonea attività formativa per gli operatori del diritto, i familiari delle persone con disabilità, gli operatori sociali e sanitari.
5. Occorre definire una disciplina chiara e puntuale che garantisca l’esercizio di voto supportato da parte delle persone con disabilità intellettive e/o relazionale.
Ci è sembrato giusto incominciare il nostro articolo con le cinque raccomandazioni emerse dal Progetto Capacity: la legge è eguale per tutti – Modelli e strumenti innovativi di sostegni per la presa di decisioni e per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità intellettive, promosso dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), avvalendosi di un cofinanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e voluto per sperimentare modelli innovativi di sostegno al processo decisionale delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, in attuazione dell’articolo 12 (Uguale riconoscimento dinanzi alla legge) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Presentata nel dicembre del 2017, come avevamo ampiamente segnalato a suo tempo, l’iniziativa ha vissuto nei giorni scorsi a Roma il proprio evento conclusivo, patrocinato dalla Camera dei Deputati e al quale sono giunti i messaggi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Salute Giulia Grillo e del sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon.
Presente all’incontro anche la deputata Elena Carnevale, che nel suo saluto ha dichiarato: «È ora di uscire dalla standardizzazione. Ancora oggi, purtroppo, gli Enti Locali trovano difficoltà ad attuare i progetti di vita individualizzati e a mettere la persona al centro».
Insieme a lei, nella sala che ha ospitato l’incontro sono affluiti più di duecento partecipanti, tra persone con disabilità intellettive, famiglie, rappresentanti delle associazioni, operatori ed esperti del settore, che con entusiasmo ed energia «hanno dato vita a una giornata – come viene sottolineato dall’ANFFAS – che ha segnato un momento decisivo nel percorso dell’affermazione dei diritti delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo».
Momento non certo secondario, il susseguirsi di varie testimonianze dirette, da parte di persone con disabilità intellettive che hanno preso parte alla sperimentazione di nuovi modelli per il sostegno alla presa di decisioni. Sono state loro stesse a presentare il lavoro svolto e i risultati ottenuti, affermando con convinzione il loro forte desiderio di essere cittadini pienamente coinvolti.
Tornando alle cinque raccomandazioni con cui abbiamo aperto questa nota, esse sono state il frutto di una sperimentazione curata dal CESPEF (Centro Studi Pedagogici sulla Vita Matrimoniale e Familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sede di Brescia), alla quale hanno collaborato numerose strutture e famiglie dell’ANFFAS, oltreché dell’analisi del sistema giuridico italiano realizzata in collaborazione e a cura dell’ISGI (Istituto di Studi Giuridici Internazionali) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), e completata attraverso gli esiti di una consultazione pubblica che ha coinvolto persone con disabilità intellettive, famiglie, operatori, esperti del settore legale, giuridico, sociale e psico-educativo.
«Recapiteremo queste raccomandazioni – dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – a chi in Italia ha il potere di attuarle a tutti i livelli e non molleremo finché non saranno effettivamente recepite!».
«Chi dice che le persone con disabilità non possano partecipare attivamente e dare un contributo di valore alla vita della propria comunità e alla società tutta – aggiunge -, è perché non ha mai chiesto alle persone con disabilità la loro opinione e il loro contributo. Più che mai oggi, grazie al Progetto Capacity, le persone con disabilità intellettive sono consapevoli che anche loro possono prendere delle decisioni nella loro vita, possono far sentire la loro voce e pretendere che sia rispettato il loro diritto di scegliere con i giusti e adeguati supporti. La nostra Associazione e le famiglie che rappresenta possono finalmente sentirsi orgogliose di affermare che in Italia è stato fatto un passo fondamentale per fare in modo che l’articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità non rimanga solo una bella teoria». (S.B.)
A questo link sono disponibili tutti i materiali prodotti nell’àmbito del Progetto Capacity. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.
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