Non si tratta di politica, ma di rispetto delle Persone!

«Sono amareggiata e indignata. Qui non si tratta di politica, ma di rispetto. Rispetto verso quelle 40.000 persone con sindrome di Down che ogni giorno lottano per conquistarsi un posto in questa società, e lo fanno con coraggio, dignità, perseveranza e amore. Quel posto che dovrebbe essere garantito proprio dalle Istituzioni»: così Antonella Falugiani, presidente del CoorDown, esprime il proprio sdegno per l’uso ritenuto «discriminatorio» di un’immagine raffigurante tre bimbi con sindrome di Down, pubblicata in Twitter da Augusto Casali, social manager strategist di un partito di governo

Uomo disperato, con le mani sulla faccia«Sdegno e rabbia» vengono espressi in una nota dal CoorDown (Coordinamento delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), per l’uso ritenuto «discriminatorio» di una foto pubblicata sul proprio profilo Twitter da Augusto Casali, social manager strategist di uno dei partiti di governo, un’immagine raffigurante tre bambini con sindrome di Down sorridenti e la didascalia: «Facebook, Instagram e Whatsapp in questo momento».

«La foto pubblicata da Casali – scrivono dal CoorDown – voleva ironizzare sul blackout di Facebook, Instagram e Whatsapp. Ma si tratta di un post dal contenuto violento e offensivo, che ancora una volta ci ricorda quanto sia lunga la strada da fare, per riuscire ad affermare il rispetto della diversità, dei diritti e della dignità di tutte le persone, comprese quelle con sindrome di Down».
«Nonostante la grande risposta di condanna di migliaia di utenti sui social media – aggiungono dal Coordinamento -, ciò che è accaduto dimostra quanto la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down ormai alle porte (21 marzo) sia un’occasione necessaria e fondamentale per dire basta a ogni discriminazione e offesa! Il 21 marzo, quindi, non può ancora essere una festa, almeno fino a quando ci saranno ancora episodi come questo».

Non ua mezzi termini Antonella Falugiani, presidente del CoorDown, nel commentare la vicenda: «Come mamma e come rappresentante di migliaia di persone con sindrome di Down – dichiara – non posso che essere amareggiata e indignata per quanto accaduto. Non si tratta di politica, ma di rispetto. Rispetto verso quelle 40.000 persone con sindrome di Down che ogni giorno lottano per conquistarsi un posto in questa società, e lo fanno con coraggio, dignità, perseveranza e amore. Quel posto che dovrebbe essere garantito proprio dalle Istituzioni». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficio stampa@coordown.it.

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