«Rappresentano un esercito di 10 milioni di persone in Italia, 140 milioni in Europa, circa un miliardo nel mondo. Sono persone con disabilità fisiche, sensoriali o intellettive, oppure soggette a intolleranze alimentari, allergie, problemi di diabete o dialisi. Ma sono anche mamme in gravidanza o con passeggino, persone anziane o anche chi debba affrontare una disabilità temporanea a causa di un infortunio o una malattia. Tutte persone con esigenze particolari che spesso si vedono negata la possibilità di trascorrere una vacanza a causa di una serie di ostacoli di accessibilità, non sempre e non solo di tipo strutturale. A loro è rivolto il progetto Bibione Destinazione Accessibile, che punta a fare della località balneare veneta la prima destinazione “ad accessibilità certificata”».
L’iniziativa è stata presentata nel corso di un incontro al Savoy Beach Hotel & Thermal Spa di Bibione, in provincia di Venezia, cui hanno partecipato Federico Caner, assessore al Turismo della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, vicepresidente della Regione Veneto e Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento (Venezia), oltre a Giuliana Basso, presidente del Consorzio Bibione Live e a Roberto Vitali, fondatore e presidente di Village for all (V4A®), la nota rete specializzata in “turismo accessibile”, che conferisce alle strutture dell’ospitalità e a quelle del commercio il proprio marchio dedicato all’accoglienza ospitale e che sarà partner del progetto.
«Vogliamo diventare una destinazione al 100% per tutti – spiega Giuliana Basso -, per riuscire a rispondere al meglio alle esigenze di tutti i nostri visitatori. Quello dell’accessibilità è un settore turistico in forte crescita e rappresenta quindi una grande opportunità per Bibione, che per vocazione e strutture ha grandi potenzialità in relazione a questo tipo di offerta. Inoltre dobbiamo pensare che costruire una destinazione accessibile significa attrezzarla e organizzarla in maniera tale da renderla più fruibile e accogliente non solamente per i visitatori, ma per i residenti stessi che la abitano».
Bibione Destinazione Accessibile si svilupperà nei prossimi due anni, ma i primi risultati arriveranno già dalla prossima stagione, grazie a una partnership solida come quella di Village for all, che forte di un’esperienza più che decennale nel settore, seguirà passo dopo passo tutte le attività del processo di potenziamento dell’accessibilità, dalla formazione del personale al monitoraggio delle strutture ricettive.
«Un posizionamento strategico di questo tipo – sottolinea a tal proposito Roberto Vitali – richiede necessariamente investimenti e un percorso di crescita consapevole e a trecentosessanta gradi da parte di tutto il sistema turistico di Bibione, non solo dal punto di vista delle dotazioni delle strutture, ma anche della formazione del personale e del modo di comunicare l’accessibilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: pr@carterandbennett.com (Laura Menis, Aileen Floreani, Mario Giudici).
Turismo accessibile: qualche dato
Da un punto di vista prettamente turistico quello del turismo accessibile è un segmento ancora ampiamente inesplorato, con circa 140 milioni di persone in Europa che ancora faticano a trovare destinazioni turistiche in grado di dare risposta alle singole esigenze di accessibilità a livello di dotazioni strutturali, ma anche di comunicazione, servizi e competenza del personale. Si tratta di un segmento che in Europa produce un fatturato lordo da 352 miliardi di euro (786 miliardi a livello mondiale), che per caratteristiche preferisce i periodi di bassa stagione e vacanze lunghe (almeno una vacanza all’anno superiore a dieci giorni) e che può contare su una capacità di spesa medio-alta (fino a 120 euro al giorno in aggiunta al pernottamento). Senza contare che con l’ormai costante e diffuso invecchiamento della popolazione (le proiezioni dell’ISTAT indicano che la popolazione ultrasessantacinquenne in Italia passerà dall’attuale 23% a più del 34% entro il 2050), la platea delle persone con problematiche di accessibilità è destinata ad aumentare sensibilmente.
A fronte di questi numeri molto però resta da fare, se è vero che in base a una recente ricerca condotta con il sostegno dell’Unione Europea, quasi il 93% delle strutture non riescono a rispondere alle necessità dei propri clienti con bisogni particolari. Lacune che vanno dalle barriere architettoniche alla competenza del personale, dalla mancanza di adeguati servizi di trasporto all’indisponibilità di menù per persone allergiche o con intolleranze. Non a caso la stessa ricerca condotta nei Paesi dell’Unione Europea stima che un miglioramento minimo dell’accessibilità nel 18% dell’offerta porterebbe a un aumento di quasi il 15% dei viaggi all’interno del continente europeo.
(a cura di Carter&Bennett)