È decisamente interessante l’iniziativa realizzata a Reggio Emilia nell’àmbito del progetto Città senza barriere, sviluppato dall’Azienda Speciale del Comune Fcr, insieme alla stessa Amministrazione Comunale, all’AUSL locale e ai Consorzi di Cooperative Sociali Oscar Romero e 45.
Si tratta di Training (Abitare in autonomia), ovvero di una vera e propria “casa-palestra”, dove, con il supporto di ausili ad hoc e nuove tecnologie, le persone con disabilità potranno “allenarsi” a diventare autonome nella vita di ogni giorno. Il tutto realizzato non in un grigio ambiente sanitario, ma in un luminoso attico di 120 metri quadrati, per far sentire chi lo frequenta come a casa propria. Destinatari saranno una sessantina circa di potenziali “ospiti” all’anno, persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive, che non intendono rinunciare a una propria vita indipendente.
Così ne riferisce l’Agenzia «Dire»: «Luce, elettrodomestici e la porta di ingresso si attivano con la voce, grazie all’assistente vocale. In cucina non mancano strumenti alla portata di tutti, come apriscatole o barattoli elettrici, ma anche posate, piatti e bicchieri appositamente modificati per adattarsi alle diverse esigenze di manualità. C’è anche un tagliere “multifuzione” dove la frutta o il pane vengono fissati al piano, un piatto “rialzato” dove il cucchiaio è più facile da usare e un supporto e un “manico” del bicchiere dotato di un sensore, che segnala alle persone non vedenti quando è pieno. E poi ancora rampe mobili che portano ai balconi. E nei bagni e nelle camere da letto strumenti ginnici e supporti antiscivolo».
È quindi un appartamento pensato in tutto e per tutto per insegnare alle persone con disabilità, sotto la guida di due terapisti occupazionali laureati all’Università di Modena e Reggio Emilia e di altri educatori, come compiere le operazioni quotidiane, per le quali hanno in genere bisogno dell’aiuto di altre persone. E tuttavia, come sottolinea Annalisa Rabitti, presidente di Fcr, «abbiamo provato a realizzare una casa che non sembri un “piccolo ospedale”, un luogo dove togliamo il più possibile il sanitari,o per dare la sensazione di essere a casa propria, perché siamo convinti che la qualità della cura e dell’accoglienza passi anche per la bellezza».
Training, va ricordato in conclusione, è stato finanziato con i fondi nazionali arrivati lo scorso anno e confermati anche quest’anno, derivanti dalla Legge 112/16 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), meglio nota come “Legge sul Dopo di Noi” o sul “Durante e Dopo di Noi”. (S.B.)
A questo link, nel sito del Comune di Reggio Emilia, è disponibile un approfondimento sul progetto Training, che ha preso il via nel mese di febbraio scorso.