No a quelle grandi strutture, ai margini delle comunità

«Senza alcune modifiche sostanziali, la regolamentazione proposta determinerà da qui ai prossimi anni la fine dei servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi a vantaggio di grandi strutture (con molte decine di posti), collocate, a causa delle dimensioni, ai margini dei territori. Un ritorno, di fatto, ai vecchi istituti»: la denuncia proviene dal Gruppo Solidarietà e riguarda le proposte della Giunta Regionale delle Marche in àmbito di requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari diurni e residenziali, proposte di cui si auspica una profonda revisione

Disegno di omino che segna lo stop«Senza alcune modifiche sostanziali, la regolamentazione proposta – frutto di un accordo con gli enti gestori – determinerà da qui ai prossimi anni la fine dei servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi a vantaggio di grandi strutture (con molte decine di posti), collocate, a causa delle dimensioni, ai margini dei territori. Strutture gestite da soggetti con grandi capacità economiche che mettono al primo posto la remuneratività dei servizi. Gli effetti si avranno sulle qualità dei servizi e sui piccoli soggetti gestori (cooperative ed associazioni)».
A scriverlo in una nota è il Gruppo Solidarietà – organizzazione che il prossimo anno festeggerà il quarantennale di un’ininterrotta attività a tutela dei soggetti più deboli – a proposito delle proposte della Giunta Regionale delle Marche in àmbito di requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari diurni e residenziali, tema che in queste settimane è al centro di una serie di audizioni presso la IV Commissione Consiliare della Regione, per un provvedimento che coinvolgerà circa 12.500 persone, tra le quali disabili, anziani non autosufficienti, soggetti con disturbi psichiatrici, minori e persone con demenza.
In tal senso, lo stesso Gruppo Solidarietà ha presentato alla Commissione Consiliare due documenti contenenti le proprie proposte di modifica (disponibili a questo e a questo link).

Ma non è solo sulla questione delle strutture di grandi dimensioni che si appuntano le contestazioni dell’organizzazione marchigiana. «La proposta – si legge infatti nella nota – prevede anche che tutte le strutture esistenti o in via di realizzazione siano esonerate dal rispetto di alcuni importantissimi requisiti (ad esempio potranno continuare ad avere quattro letti per camera e dimensionamenti, con accorpamenti illimitati, fino a centinaia di posti). Le sole comunità per minori con disturbi neuropsichiatrici, servizi delicatissimi, potranno arrivare ad avere anche sessanta posti (quaranta + venti diurni): un ritorno, dunque, ai vecchi istituti».

E da ultimo, ma non ultimo, «a lasciare perplessi è la complessiva scarsa cura dell’intero testo che – lo ricordiamo – detta regole vincolanti nel funzionamento dei servizi a tutti gli enti gestori (pubblici e privati): assenza di specifiche figure professionali (ad esempio educatori) in servizi rivolti a persone con disabilità intellettiva; funzioni di valutazione e accesso in quelli rivolti a persone con demenza, assegnate ad èquipe per le quali non è definita né la composizione, né l’organizzazione; assenza di specifiche indicazioni riguardo i tempi di apertura nei servizi diurni, ciò che è fondamentale per ridurre o ritardare l’istituzionalizzazione. E molto altro ancora».

Oltre dunque ad «augurarci che la Commissione possa assumere le richieste dettate dall’unica preoccupazione di migliorare i servizi, auspichiamo – conclude il Gruppo Solidarietà – che il presidente della Regione Ceriscioli, cui entro breve verrà richiesto un incontro da parte di alcune Associazioni, assuma l’iniziativa di rivedere in profondità l’impianto di regolamenti che di certo non hanno mostrato di mettere al centro dell’attenzione chi dei servizi fruisce». (S.B.)

A questo e a questo link sono disponibili due video realizzati dal Gruppo Solidarietà, ove ne vengono esposte le proposte di modifica sui provvedimenti della Giunta Regionale delle Marche, in tema di requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari diurni e residenziali.
Per ulteriori informazioni approfondimenti: grusol@grusol.it.

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