Videosorveglianza e qualità dei servizi per l’abitare

Solo una specifica legge consentirà di applicare l’emendamento approvato al Senato, riguardante la videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità. La Federazione FISH - che sull’obbligatorietà della videosorveglianza aveva approvato una specifica mozione al proprio ultimo Congresso - rileva tuttavia anche la necessità di «adottare nuove regole e nuovi standard per il funzionamento e per l’accreditamento istituzionale di quelle che oggi vengono chiamate strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali»

Persona con disabilità in carrozzina, che vive in condominioNei giorni scorsi, le Commissioni Lavori Pubblici e Ambiente del Senato, in sede di esame del cosiddetto “Decreto Legge sblocca cantieri”, hanno approvato un emendamento riguardante la videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità.
«Al di là degli annunci e delle prime notizie – si legge a tal proposito in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – l’emendamento istituisce due fondi, uno per le scuole solo d’infanzia e uno per le strutture, con una dotazione, per ciascuno di essi, di 5 milioni di euro per il 2019 e 15 milioni di euro per ognuno degli anni dal 2020 al 2024. In realtà non si tratta di nuove risorse: il primo fondo, infatti, storna e usa risorse destinate al Ministero dell’Istruzione, l’altro preleva da risorse destinate al Ministero della Salute, per l’ammodernamento delle strutture sanitarie. I fondi e le relative risorse vengono ora attribuiti al Ministero dell’Interno. Nemmeno un euro, tuttavia, potrà essere speso prima dell’approvazione di una specifica norma, la quale (Disegno di Legge S 897) è ancora in discussione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato e poi dovrà tornare alla Camera».

«Da tempo – viene sottolineato dalla FISH – abbiamo avviato all’interno della nostra Federazione un’accorata discussione sul tema, a partire dal nostro Congresso dello scorso anno, dal quale scaturì una mozione condivisa per la tutela delle persone con disabilità, in particolare intellettiva, nei processi di regolamentazione delle strutture socio-sanitarie, con la quale si conveniva di farsi portavoce con le Istituzioni affinché si rendesse obbligatorio l’uso di telecamere di videosorveglianza in tutte le strutture ospitanti le persone con disabilità [il testo della mozione citata, intitolata “Mozione particolare per la costituzione di una ‘commissione permanente per la tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva’ nei processi di regolamentazione delle strutture socio sanitarie”, è disponibile a questo link, N.d.R.]».

«Oltre alla videosorveglianza – viene tuttavia rilevato dalla Federazione – è necessario ora intervenire per garantire la complessiva qualità dei servizi per l’abitare, che devono sempre concorrere al compimento di alcuni essenziali diritti della persona con disabilità, quali il diritto ad un abitare dignitoso, anche in presenza di importanti limitazioni nelle attività o in assenza di sostegni familiari; il diritto a vivere significative opportunità ed esperienze di inclusione sociale, di autodeterminazione, di cittadinanza; a sviluppare relazioni interpersonali e forme di interdipendenza con la comunità locale e le sue istituzioni; ad esprimere e arricchire le proprie competenze e abilità sul piano fisico, intellettivo e relazionale; ad evitare l’emarginazione sociale e l’istituzionalizzazione; a ritardare, per quanto possibile, la perdita della propria autonomia».

«Si adottino dunque nuove regole – conclude la nota della FISH – e nuovi standard per il funzionamento e per l’accreditamento istituzionale di quelle che oggi vengono chiamate strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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