«Abbiamo ribadito che se la proposta della Giunta Regionale dovesse essere confermata, si produrrebbe, come primo effetto dirompente, la fine sostanziale dell’esperienza marchigiana delle piccole comunità, avviate nella seconda metà degli Anni Novanta, e rivolte a persone con disabilità e problemi di salute mentale. Servizi caratterizzati da un forte radicamento nei territori e da modalità di funzionamento che garantisco standard di vita più simili a quelli di un normale nucleo familiare allargato».
Lo dichiarano, in una nota congiunta, le nove organizzazioni marchigiane* che hanno incontrato in questi giorni il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, come avevano chiesto con urgenza nelle scorse settimane (se ne legga anche sulle nostre pagine), per esprimere il proprio dissenso su alcuni punti caratterizzanti la proposta regionale riguardante i nuovi requisiti di autorizzazione delle strutture sociosanitarie diurne e residenziali, che coinvolgono, tra gli altri, persone con disabilità, con disturbi psichici o demenze, e anziani non autosufficienti, in totale circa 12.500 persone.
«Abbiamo dunque ripresentato – prosegue la nota – le richieste di modifica già espresse in sede di audizione in Commissione Consiliare: mantenimento delle piccole comunità (6-10 posti) senza possibilità di accorpamento; eliminazione della possibilità, per tutte le strutture attive o in via di attivazione, di derogare dal rispetto di alcuni requisiti strutturali (numero letti per camera, superficie minima, dimensionamento). Tali requisiti devono valere per tutte le strutture, prevedendo, per quante attualmente non li posseggano, la possibilità di presentare un definito progetto d’adeguamento, approvato e monitorato con cura dalla Regione Marche».
«Ma anche altri punti dei regolamenti – sottolineano le organizzazioni – devono essere cambiati, viste le criticità che presentano, dalla mancanza di figure educative nei servizi per la disabilità intellettiva, alle modalità di accesso diversificate per servizi analoghi; dall’indicazione di équipe per la valutazione e l’accesso nei servizi per persone con demenza, per le quali non sono definite né la composizione, né le modalità di funzionamento, alla possibilità di ricovero di minori in servizi rivolti ad adulti e anziani, ciò che va decisamente scongiurato; fino all’assenza di indicazioni rispetto all’obbligatorietà di prestazioni essenziali nei servizi diurni (mensa, trasporto, tempi di apertura)».
Durante l’incontro, un’apertura si è avuta, da parte del presidente Ceriscioli, per quanto riguarda il rispetto dei requisiti strutturali, attraverso la previsione dei tempi di adeguamento per tutte le strutture attive. Attenzione, inoltre, è stata posta alla richiesta del mantenimento delle piccole comunità inserite nei normali contesti abitativi.
«I prossimi giorni – conclude la nota – diranno se le aperture si tradurranno nella modifica degli atti in corso di approvazione». (S.B.)
*ACLI Marche (Associazioni Cristiane lavoratori Italiani); AISLA Marche (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica); ANGSA Marche (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici); Confcooperative-Federsolidarità Marche; Cooperativa Papa Giovanni XXIII di Ancona; Federazione Anziani Pensionati ACLI Marche; Fondazione Paladini di Ancona; Gruppo Solidarietà; UILDM Ancona (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
A questo link sono disponibili tutte le informazioni utili ad aderire a una petizione lanciata dalle organizzazioni marchigiane, volta a far cambiare la proposta della Regione sui requisiti dei servizi sociosanitari. Per ulteriori approfondimenti: grusol@grusol.it.
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