Un manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del cinema

di Stefano Pierpaoli*
Il “Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico”, presentato nei giorni scorsi da +Cultura Accessibile-Cinemanchìo, «è soprattutto finalizzato - come scrive Stefano Pierpaoli - a risolvere le criticità emerse anche dopo l’inserimento nella Legge sul Cinema dell’obbligatorietà della resa accessibile per i film italiani. Nonostante quella norma, infatti, per molti cittadini con disabilità andare al cinema continua ancora a restare un miraggio»

Sala cinematograficaNei giorni scorsi la nostra Associazione [+Cultura Accessibile-Cinemanchìo, N.d.R.] ha diffuso Il Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico, importante documento che dovrà costituire il punto di riferimento del modello di accessibilità dalla stessa elaborato, in collaborazione con tutti i soggetti che hanno partecipato alla sua stesura [il “Manifesto” è disponibile a questo link, N.d.R.].
Questo modello, frutto del lavoro svolto dal progetto Cinemanchìo, stabilisce le linee guida per l’inclusione all’esperienza cinematografica delle persone con disabilità ed è finalizzato a risolvere le criticità emerse anche dopo l’inserimento nella Legge 220/16 sul cinema dell’obbligatorietà della resa accessibile per i film italiani.
L’intervento legislativo attuato da +Cultura Accessibile per raggiungere questo obiettivo venne effettuato nella fase di approvazione dei Decreti Attuativi di quella Legge e ottenne anche l’attenzione da parte del presidente della Repubblica Mattarella.
E tuttavia persistono numerose criticità che impediscono la definitiva messa a sistema di un concreto piano di attuazione del Modello Cinemanchìo e per molti cittadini con disabilità andare al cinema resta un miraggio.

Questo ulteriore passo avanti consentirà tra l’altro alle Istituzioni di identificare con maggiore attenzione esigenze e scenari che possano determinare finalmente il riconoscimento di un diritto.
I film italiani che in particolare ricevono finanziamenti pubblici vengono prodotti grazie alle risorse provenienti da tutti i cittadini ed è naturale che tutti possano fruire della visione del film nelle sale cinematografiche.
Su questo principio, solo apparentemente indiscutibile, si è sviluppato un ampio movimento di persone, che anche grazie all’opera di +Cultura Accessibile-Cinemanchìo possono oggi sperare in una rapida risoluzione a quella che è ancora oggi un’evidente lesione ai diritti di tanti italiani.

L’accessibilità al cinema può di fatto aprire le porte ad altre dimensioni inclusive proposte da +Cultura Accessibile rispetto ai percorsi museali e alla fruizione in autonomia del patrimonio artistico e culturale nazionale.
In questo stesso periodo, ad esempio, l’Associazione, con sedi a Torino e a Roma, ha presentato la traduzione della guida del Ministero Francese della Cultura per le visite museali [“Esposizioni e percorsi di visita accessibili” di cui si può leggere ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.] e ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sull’autismo che accompagna le proiezioni con adattamento ambientale per persone con disturbo dello spettro autistico.

C’è dunque un’Italia che si muove e che propone nella concretezza l’utilizzo delle buone pratiche.

Coordinatore del progetto “Cinemanchìo”.

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