«Auspichiamo che quanto richiesto entri a far parte della programmazione regionale già a partire dall’anno 2020. Esprimiamo inoltre soddisfazione per la disponibilità al confronto, ma anche una forte preoccupazione, in caso di una non tempestiva risposta alle criticità riscontrate, sulla tenuta dei servizi, sul rischio di chiusura di alcune tipologie di unità di offerta (Comunità e riabilitazione dei minori in primis), oltreché sull’aumento significativo delle rette a fronte dei rinnovi contrattuali».
Lo scrivono in una nota congiunta, sottoscritta dai rispettivi Presidenti (Emilio Rota, Valeria Negrini e Luca Degani), l’ANFFAS Lombardia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), l’ACI Welfare Lombardia (Alleanza Cooperative Sociali Italiane) e l’UNEBA Lombardia (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale), dopo un loro incontro, da lungo tempo atteso, svoltosi nei giorni scorsi presso la sede dell’Assessorato alle Politiche Sociali, alla Casa e alla Disabilità della Regione Lombardia, durante il quale hanno esposto i complessi e urgenti problemi che affliggono l’intero settore delle politiche e degli interventi rivolti alle persone con disabilità.
Quelle di seguito elencate sono in sintesi le questioni poste dalle tre organizzazioni all’attenzione della Regione Lombardia:
1) Istituire un luogo di confronto permanente che affronti l’insieme delle politiche e degli interventi da attuare in favore delle persone con disabilità e dei loro familiari, a partire dalla revisione della filiera dei servizi, per adeguare il sistema dell’offerta alle mete di inclusione sociale delle persone con disabilità.
2) Adeguare le tariffe delle unità d’offerta sociosanitarie ferme al 2010, recuperando sia i valori inflattivi dal 2010 ad oggi che i costi derivanti dai rinnovi contrattuali, oltre agli ulteriori costi sostenuti per gli adeguamenti normativi (ad esempio Legge sulla responsabilità degli Enti, norme per la tutela dei dati sensibili/privacy ecc.).
3) finanziare tutti i posti (di Centri Diurni e di Servizi Residenziali) in regola con le norme in materia di accreditamento al fine di ridurre i costi a carico dei Comuni e delle famiglie.
4) Intervenire con urgenza per risolvere le criticità delle Comunità Alloggio Socio Sanitarie per persone con disabilità, affrontando sia gli aspetti legati al loro funzionamento (somministrazione farmaci, vigilanza nelle ore notturne), sia gli aspetti del finanziamento e della remunerazione tariffaria, prevedendo almeno il raddoppio dell’importo medio del voucher di lunga assistenza (oggi pari a 18 euro).
5) Uniformare lo svolgimento dell’attività di vigilanza chiarendo le diverse interpretazioni assunte dalle commissioni territoriali.
6) Risolvere le criticità delle attività di riabilitazione (ex articolo 26 della Legge 833/78) rivolte ai minori con disabilità e, al contempo, procedere con la stabilizzazione delle sperimentazioni avviate negli anni scorsi (2012), così come già previsto dalla Regione Lombardia nella Delibera di Consiglio Regionale n. XI/285 del 18 dicembre 2018, ma purtroppo non ancora attuato. Quanto previsto da tale Delibera risulta urgente e necessario, per potere affrontare le fragilità della disabilità complessa e dell’autismo in particolare.
7) Chiarire gli aspetti legati all’impiego nei servizi sociosanitari degli educatori con titolo sanitario e degli educatori con titolo socio-pedagogico.
Dal canto loro, i referenti degli Assessorati al Welfare, nonché quelli dell’Assessorato alle Politiche Sociali, alla Casa e alla Disabilità), hanno positivamente accolto la richiesta di riprendere il confronto sui temi espressi, riconvocando ANFFAS, ACI Welfare e UNEBA ad un prossimo incontro fissato per il 13 novembre. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@anffaslombardia.it.
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