Va accolta certamente con favore l’adesione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – “promotore nazionale”, così come altre centinaia di organizzazioni nazionali e locali – alla Giornata di Mobilitazione Internazionale per la Pace del 25 gennaio, denominata Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace! Contro le guerre e le dittature a fianco dei popoli in lotta per i propri diritti.
Tra i punti maggiormente qualificanti dell’appello con il quale è stata lanciata l’iniziativa, vi è ad esempio il passaggio in cui si scrive che «la guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade».
E successivamente: «L’Unione Europea, nata per difendere la pace, deve assumere una forte iniziativa che – con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza – miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo con un patto per una gestione condivisa dei flussi migratori» (il testo integrale dell’appello è disponibile a questo link).
Per quanto riguarda la disabilità negli scenari di guerra, il 2019 appena trascorso è stato un anno decisamente importante, coinciso dapprima, nel mese di maggio, con la relazione di António Guterrez, segretario generale delle Nazioni Unite, che ha evidenziato i rischi maggiori per le persone con disabilità, durante i conflitti armati, e chiesto per loro una tutela più efficace, tramite «un approccio tematico più completo».
Quell’intervento ha aperto la strada, nel mese successivo, alla prima Risoluzione (n. 2475-2019) approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU – l’organo delle Nazioni Unite incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali, ma anche con altri importanti compiti – con la quale si è chiesto agli Stati Membri e alle parti direttamente coinvolte di tutelare appunto le persone con disabilità in situazioni di guerra, in particolare da violenze e abusi, garantendo tra l’altro che abbiano accesso alla giustizia, ai servizi di base e all’assistenza umanitaria senza alcun ostacolo (se ne legga anche sulle nostre pagine).
In ottobre, infine, si è tenuto all’Università di Lund in Svezia, l’importante convegno internazionale The Protection of Persons with Disabilities during Armed Conflicts (“La tutela delle persone con disabilità durante i conflitti armati”), organizzato dallo svedese Raoul Wallenberg Institute of Human Rights and Humanitarian Law, insieme alla NATO, all’EDF (European Disability Forum), all’USICD (United States International Council of Disabilities) e all’organizzazione LUMOS (Protecting Children. Providing Solutions), con la collaborazione attiva di Janet E. Lord dell’Università statunitense di Harvard.
Tale appuntamento ha riunito numerosi esponenti di gruppi della società civile, esperti di diritto umanitario internazionale, nonché della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, il cui undicesimo articolo, va ricordato, è dedicato proprio alle Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie.
Durante i lavori, in particolare, sono state presentate anche testimonianze dirette sull’esperienza vissuta delle persone con disabilità in situazioni di guerra, con tutti i rischi connessi, sia quelli più generali, sia quelli più specifici, derivanti ad esempio da singole forme di disabilità, come i problemi della vista (anche di questo evento si può leggere sulle nostre pagine). (S.B.)
È in continuo aggiornamento l’elenco delle iniziative promosse nelle varie città; a questo link è disponibile quello aggiornato alle ore 12 del 19 gennaio. Per ulteriori informazioni e approfondimenti sulla Giornata di Mobilitazione Internazionale della Pace del 25 gennaio, accedere al sito della Rete della Pace.
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